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Medicina estetica, l’esplosione in Italia e i rischi di troppi ‘tagliandi’/VIDEO

bellezza medicina estetica
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‘Artisti’ della bellezza che deve essere sempre più naturale: anche sul fronte della medicina estetica l’Italia fa scuola a livello internazionale. “Ce lo dicono i numeri, quelli delle procedure ma anche il fatto che il 15% dei trattamenti estetici nel 2021 siano stati effettuati su pazienti stranieri. O che il mercato della medicina estetica in Italia registri un trend in aumento per tutti i segmenti d’età, compreso ahimè quello riguardante giovani e giovanissimi”.

Parola di Emanuele Bartoletti, presidente della Sime (Società italiana di medicina estetica), che in occasione del 45.mo Congresso della società scientifica, in corso a Roma nelle sale della ‘Nuvola’ di Fuksas, fa il punto con Fortune Italia sugli ultimi trend del settore, ma anche sui rischi di un ricorso eccessivo o immotivato a trattamenti che, grazie a studi e ricerche, diventano sempre più sofisticati e innovativi. Parliamo, ad esempio, della sindrome della faccia iperpiena.

Un momento della conferenza stampa

Il valore del settore

Sebbene il mercato internazionale sia saldamente dominato dagli Usa (con 5,3 milioni di procedure di medicina estetica nel 2021), l’Italia è il Paese con il maggior numero di trattamenti in rapporto al numero di abitanti. Il tutto all’interno di un mercato internazionale che – tra medicina e chirurgia estetica – è stato valutato intorno a 13,9 miliardi di dollari nel 2022, ma entro il 2027 potrebbe arrivare a 23,4 miliardi di dollari. In questo quadro le procedure non chirurgiche rappresentavano nel 2021 il 54% del mercato globale, per un valore stimato intorno a 7,5 miliardi di dollari.

Tra nuovi Adoni e giovanissime affamate di ritocchi

In un campo ancora largamente dominato dalla richiesta delle donne (oltre l’80%), gli uomini stanno mostrando un crescente interesse per la medicina estetica: la richiesta dei trattamenti estetici non chirurgici per lui è aumentata del 25% dal 2008. E bisogna dire che se le donne arrivano con richieste ben precise (e talvolta improbabili), “gli uomini chiedono al medico e si lasciano guidare”, precisa Bartoletti. Insomma, hanno un approccio più corretto.

Una consistente fetta di mercato in Italia è occupata dalla fascia 19-34 anni, che effettua il 40-45% delle procedure ed è la più influenzata dalle mode e dai trend social. Il 35-40% delle procedure è appannaggio della fascia d’età tra i 35 e i 50 anni, il che suggerisce che la richiesta di trattamenti preventivi sia in netto aumento prima della mezza età.

Ma l’altro lato della medaglia è rappresentato dall’impatto dei social media. “Siamo preoccupati: sui social – sottolinea Bartoletti – si vedono giovanissime che a 16 anni hanno già ritoccato labbra, zigomi, seno, naso. Porteremo al congresso casi clinici emblematici, ragazze che si rovinano e che a 30 anni avranno lineamenti alterati“.

Emanuele Bartoletti presidente Sime

Da una Survey condotta tra i soci Sime, però, fortunatamente solo il 5% dei pazienti in Italia ha meno di 24 anni, e la maggior parte di questi giovani presenta problemi di acne. “L’aumento del ricorso dei giovani alla medicina estetica rappresenta però un problema serio. Molto spesso – ribadisce Bartoletti – questi ragazzi sono spinti dai social media in maniera diretta o subliminale, e ciò comporta il rischio di incontrare medici, o peggio ancora, non medici, che accondiscendono a richieste spesso prive di senso. E’ importante prestare attenzione, poiché la dipendenza dei giovani da questo tipo di terapie sta diventando sempre più preoccupante”.

‘Drogate’ di ritocchi: la nuova sindrome

“Parleremo al Congresso anche di complicanze: oggi se n’è aggiunta un’altra, la facial over correction syndrome o sindrome della faccia iperpiena”, ha raccontato l’esperto. Le avrete viste anche voi: amiche o conoscenti che “continuano a sottoporsi a filler troppo ravvicinati – avverte lo specialista – con sostanze che forse si stratificano e reagiscono tra di loro. Trattamenti troppo frequenti con acido ialuronico” o altre molecole, “finiscono per portare a volti troppo pieni”. Così non stupisce che negli ultimi anni presso il Servizio ambulatoriale di Medicina estetica presso l’Ospedale Gemelli-Isola Tiberina di Roma l’arrivo di pazienti con complicanze sia cresciuto del 10%.

Le procedure più richieste

In ogni caso oggi piace sempre di più il ‘ritocco gentile’: a dominare il mercato (rappresentano quasi l’80% di tutte le procedure di medicina estetica) sono ancora gli iniettabili, acido ialuronico e tossina botulinica. Nel campo dei trattamenti di ringiovanimento facciale, le star sono i peeling chimici e i trattamenti di skin tightening, mentre resistono depilazione permanente, trattamenti anti cellulite e rimozione non chirurgica del grasso. Richieste ‘tradizionali’ alle quali negli ultimi anni si sono affiancati rinofiller e coolsculpting.

Infine qualche buona notizia: archiviata l’era dell’overdoing, delle fronti ‘congelate’ e delle labbra a canotto, la parola d’ordine in medicina estetica è naturalezza. Di qui il boom dei trattamenti di prejuvenation, molto gettonati fino alla mezz’età età. L’idea è quella di ricorere prima alle nuove tecniche gentili di prevenzione, per arrivare il più tardi possibile e in maniera graduale alle procedure correzione. Insomma, stando agli esperti riuniti a Roma, la filosofia del ‘less is more’ si sta imponendo anche in medicina estetica, con volti puliti e  luminosi, magari più freschi ma con un’attenzione al minimalismo nelle correzioni. Una strategia che paga, anche sui social.

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