Covid in Italia, la fuga dagli ospedali e l’effetto varianti

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Resistono, ma sono sempre meno, le mascherine sui mezzi pubblici. E questo mentre gli ospedali italiani continuano a svuotarsi dei pazienti Covid. Basti pensare che nell’ultima settimana i ricoveri scendono del 26%. E, almeno nelle strutture sentinella della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), non c’è nessun paziente in terapia intensiva e nei reparti pediatrici.

La curva dei ricoveri è in picchiata negli ultimi due mesi e, in termini assoluti, siamo al livello più basso da ottobre scorso. Considerato che il picco è arrivato a dicembre, questo ci dà il polso della velocità dell’ultima ‘ondina’. Un andamento collegato, in parte, forse anche alle varianti circolanti. Stando all’ultima flash survey dell’Istituto superiore di sanità relativa al mese di gennaio, JN.1 (discendente di BA.2.86) è in aumento in Italia, con una prevalenza pari al 77% (contro il 38.1% della survey precedente).

I dettagli dagli ospedali

Quanto alle strutture sanitarie, si riduce del 29% la percentuale dei ricoverati “per Covid”, cioè con sindromi respiratorie e polmonari colletate all’infezione da Sars-Cov-2. L’età media dei pazienti è di 76 anni e tutti presentano anche altre patologie. Quanto ai ricoverati in ospedale per altre cause ma risultati positivi a Covid-19, il calo è del 24% (si tratta del 60% dei Covid positivi negli ospedali sentinella).

La situazione è davvero positiva: nessun paziente positivo a Sars-Cov-2 è presente nelle terapie intensive e negli ospedali pediatrici o nei reparti di pediatria Fiaso.

Le varianti

Ancora nessuna traccia in Italia della nuova variante super mutata, isolata in Sudafrica: Ba.2.87.1.

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Da noi domina, come anticipato, JN.1. Una variante “in aumento a livello globale”, come sottolinea l’Iss, che però non sta impattando sugli ospedali, anzi.

“In base alle evidenze attualmente disponibili, JN.1 non sembra porre rischi addizionali per la salute pubblica rispetto agli altri lignaggi co-circolanti”, sottolineano gli esperti nella survey. Nel nostro Paese sono ancora presenti altre varianti virali, se pur con valori di prevalenza in netta diminuzione, riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (stimata al 7,3% contro il 30,6% della precedente indagine).

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