Medici, cosa succederà dopo il grande esodo

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Se già oggi in Italia scarseggiano i medici, nei prossimi anni la situazione è destinata a peggiorare. Ma attenzione: qualcosa nella programmazione non ha funzionato. Perchè in prospettiva lo scenario è quello di trovarsi a fare i conti con quella che il settore definisce ‘pletora medica’. La stima arriva dall’Anaao Assomed, che ha realizzato un’analisi ad hoc su dati Ocse, Onaosi ed Enpam. Ebbene, tutto sommato i conti non tornano.

Nel prossimo decennio, tra il 2023 e il 2032, quasi 109 mila camici bianchi andranno in pensione. Ma negli anni accademici tra il 2018 e il 2027 (con lauree attese tra il 2023 e il 2032), i posti programmati per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia sono circa 141.000. Questo vuol dire che più di 30mila operatori faranno pendere il piatto della bilancia verso la pletora medica, secondo lo studio a cura di Carlo Palermo, Chiara Rivetti, Giammaria Liuzzi, Matteo D’Arienzo, Costantino Troise e Pierino Di Silverio.

L’effetto ritardato

Mentre si torna a parlare di abolizione del numero chiuso a Medicina, Anaao ricorda che ogni modifica in merito alla formazione medica avrà le sue ricadute solo dopo 9/11 anni. Quindi le soluzioni che adottiamo oggi avranno i primi effetti nel 2033, quando il mercato del lavoro in ambito medico sarà totalmente ribaltato.

Se consideriamo che i contratti per la formazione specialistica, a invarianza di programmazione, nello stesso periodo, saranno 150 mila a cui aggiungere 25 mila borse per la formazione in Medicina generale, “si prospetta un differenziale di circa 32 mila unità tra stima delle uscite e numero di specialisti e medici di medicina generale che saranno formati”, si legge nello studio.

Suddivisione per età dei medici dipendenti del Ssn, contribuenti Onaosi per 12 mesi continuativi al 31 dicembre 2022. Le frecce indicano le età con pensionamenti più numerosi, zenit previsto intorno al 2026/2027 (in rosso) e il calo progressivo che si osserverà successivamente, con un nadir intorno al 2037/2038 (in viola)/Fonte Anaao Assomed
Suddivisione per età dei medici dipendenti del Ssn, contribuenti Onaosi per 12 mesi continuativi al 31 dicembre 2022. Le frecce indicano le età con pensionamenti più numerosi, zenit previsto intorno al 2026/2027 (in rosso) e il calo progressivo che si osserverà successivamente, con un nadir intorno al 2037/2038 (in viola)/Fonte Anaao Assomed

Il nuovo imbuto

Nel frattempo, dopo il 2027, la curva pensionistica sarà in netto decremento. Ebbene, stando alle tendenze politiche attuali, dopo l’ormai noto imbuto formativo si genererà sarà un “imbuto lavorativo”, legato al consistente aumento dei medici neolaureati e specialisti rispetto ai colleghi in pensione.

Risultato? Una forza lavoro a basso costo e con un potere contrattuale azzerato, prevede l’Anaao Assomed, con “retribuzioni e diritti molto più bassi di oggi”.

Le specialità deserte

L’altra faccia della stessa medaglia è quello che stiamo vivendo oggi. Pensiamo ai posti vacanti in alcune scuole di specializzazion, alla fuga verso la sanità privata o alla decisione di fare armi e bagagli e partire in altri Paesi alla ricerca di condizioni migliori.

I numeri dei medici in fuga

La ‘migrazione’ di camici bianchi non è un fenomeno nuovo. Stando ai dati elaborati dalla Corte dei Conti (su dati Ocse 2019), sono stati 11 mila i medici che hanno lasciato l’Italia fra il 2008 e il 2018. Mentre circa 3.000 colleghi abbandonano ogni anno il Ssn prima dell’età di quiescenza (dati Onaosi).

Come intervenire

Per Anaao Assomed è dunque indispensabile programmare gli accessi al corso di laurea e intervenire subito sulle questioni critiche per rendere attrattivo il lavoro nelle strutture ospedaliere, eliminando il blocco delle assunzioni del personale sanitario e incrementando gli stipendi (per raggiungere il livello medio europeo dovrebbero aumentare del 40-50%).

Invece l’abolizione del numero chiuso a Medicina è una misura “fuori tempo massimo. Il problema delle carenze degli specialisti è stato già risolto con l’incremento dei contratti specialistici effettuato dal ministro Speranza: basta aspettare pochi anni per avere numeri adeguati rispetto ai pensionamenti. Oggi si tratta di rendere più attrattivo il lavoro nel settore pubblico particolarmente in alcune specialità, come Medicina di Emergenza/Urgenza”, sottolinea il sindacato.

Temi importanti anche per gli aspiranti ‘camici bianchi’. Quest’anno i test per l’accesso a Medicina si terranno il 28 maggio e il 30 luglio: addio al Tolc, si torna al ‘quizzone’. I candidati dovranno completare 60 quesiti a risposta multipla in 100 minuti (tra competenze acquisite negli studi, logica, biologia, chimica, fisica e matematica). Mentre al ministero dell’Università e della ricerca si lavora a una riforma organica per superare, dall’anno accademico 2025/2026, il sistema dei quiz.

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