Diabete, il test rapido per diagnosticarlo almeno 2 anni prima

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Un nuovo test rapido per intercettare – in anticipo di almeno un paio d’anni – non solo il diabete, ma anche il pre-diabete. Si tratta della ‘mini-curva’ da carico di glucosio, che consente una diagnosi precocissima rispetto ai test attuali (curva da carico di glucosio tradizionale a due ore). Per questo l’International Diabetes Federation ha deciso di proporla come nuovo criterio diagnostico per il pre-diabete e il diabete, basandosi sulla glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio.

Non si tratta di un vantaggio da poco. “Diagnosticare più precocemente il rischio di sviluppare il diabete o il diabete stesso – spiega il professor Giorgio Sesti, ordinario di Medicina Interna alla Sapienza Università di Roma e presidente della Società di Medicina Interna (Simi) – consente di mettere in atto più tempestivamente una serie di misure, che aiutano a prevenire la progressione verso il diabete e a contenerne i danni. Spesso infatti le complicanze vascolari sono già presenti al momento della diagnosi”.

I valori da tenere d’occhio

Attualmente nel mondo un adulto (20-79 anni) su dieci convive con il diabete (540 milioni di persone); secondo le proiezioni dell’IDF entro il 2045 questo dato passerà a uno su otto. Dopo un’attenta revisione di tutta la letteratura scientifica, l’International Diabetes Federation ha individuato il valore soglia di >155 mg/dL alla prima ora della curva da carico di glucosio per la diagnosi di ‘pre-diabete’ (iperglicemia intermedia’) nei soggetti con normale glicemia a digiuno. Un valore altamente predittivo di progressione verso il diabete tipo 2, ma anche di complicanze micro e macro-vascolari, apnee da sonno, steatosi epatica (fegato grasso) associata a disfunzione metabolica.

Viene inoltre introdotto un nuovo criterio diagnostico di diabete tipo 2, cioè una glicemia superiore a 209 mg/dl sempre alla prima ora della curva da carico. “I nuovi criteri diagnostici – continua Sesti – consentono di individuare precocemente i soggetti ad aumentato rischio di diabete o già diabetici, che sfuggono a questa diagnosi con gli attuali criteri diagnostici. Questo significa che sarà possibile formulare la diagnosi di diabete e di prediabete attraverso una ‘mini-curva’ da carico glucidico di appena un’ora, contro le due ore attuali. Ma soprattutto, consentirà di intercettare una serie di soggetti che i criteri attuali non permettono di individuare né come pre-diabetici, né come diabetici”.

Il contributo della ricerca italiana

Ma come si è arrivati alla mini-curva? Il gruppo della Medicina Interna dell’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Sant’Andrea-Sapienza di Roma ha pubblicato oltre 40 articoli sull’argomento.

A suscitare grande clamore è stata – nel lontano 2015 – la pubblicazione di uno studio su ‘Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism’ firmato proprio da Giorgio Sesti con la professoressa Teresa Vanessa Fiorentino (Associato di Medicina Interna all’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro), che dimostrava come la glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio fosse in grado di predire con buona accuratezza il rischio di sviluppare un diabete conclamato entro i successivi 5 anni, anche nelle persone normoglicemiche, cioè con una glicemia a digiuno normale.

“La glicemia alla prima ora della curva da carico – ricorda Sesti – è già da tempo usata per la diagnosi di diabete gestazionale, quindi rappresenta un elemento fisiopatologico importante, finora trascurato”.

Cosa cambia per i pazienti

Ricevere in anticipo un allerta consente, in caso di pre-diabete, di mettere in atto un drastico cambiamento dello stile di vita per contrastare l’arrivo della malattia, in alcuni casi ricorrendo anche alla terapia farmacologica. Studi longitudinali hanno dimostrato che “l’innalzamento della glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio avviene più precocemente nel corso naturale della malattia diabetica, ovvero quasi due anni prima dell’innalzamento della glicemia alla seconda ora”, segnala Sesti.

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