Contratto sanità, i soldi (e le sfide) sul tavolo

contratto sanità Naddeo

Entrano nel vivo le trattative per il rinnovo del contratto del comparto sanità 2022-24, che riguarda 581mila dipendenti. “Occorrono maggiori risorse, questo Nursing Up lo chiede da tempo”, sottolinea dopo l’ultimo incontro Antonio De Palma, presidente nazionale degli infermieri del Nursing Up. “Ma è anche vero che il contratto collettivo nazionale 20222-24 può diventare uno strumento rivoluzionario che, se ridisegnato correttamente, potrebbe finalmente dare risposte alle istanze di valorizzazione e di promozione dei ruoli e responsabilità del personale infermieristico e delle professioni sanitarie nel nostro Ssn”.

Nell’ultima riunione “sono state esaminate le disposizioni relative alle relazioni sindacali e all’ordinamento professionale. Nonostante le normali contrapposizioni, in particolare sul tema delle risorse finanziarie disponibili, il clima durante le discussioni è stato positivo”, ha dichiarato a caldo il presidente Aran, Antonio Naddeo. Nel prossimo incontro, fissato per il 7 maggio, l’attenzione si sposterà sul sistema degli incarichi e lo stanziamento economico.

I fondi sul tavolo

Ma da che cifre partiamo? “La matematica non è un’opinione”, sottolinea Naddeo, anticipando qualche cifra: le risorse complessive del contratto sono pari a 1.501,87 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 140 milioni di risorse extra per indennità di pronto soccorso. Per gli anticipi – calcola il presidente Aran – sono stati erogati 742 milioni (per indennità vacanza contrattuale e maggiorazione Ivc).

“Quindi, con una semplice sottrazione, si possono dedurre le risorse a disposizioni del contratto: cioè 759 milioni, a cui si aggiungono i 140 milioni del pronto soccorso. Poco più del 50%. Gli anticipi, inoltre, saranno inglobati negli aumenti stipendiali solo dal contratto, sostituendo in pratica quelli che una volta erano arretrati”.

Le aspettative degli operatori

Dal canto suo, De Palma sottolinea l’importanza di creare, con il nuovo contratto nazionale, “un’impalcatura negoziale che, finalmente, definisca e certifichi e ruoli organizzativi, le responsabilità e le posizioni strutturali di quelle professionalità socio sanitarie che a vario titolo partecipano alle attività degli enti e aziende del Ssn”.

Perchè se guardiamo bene il Servizio sanitario in due anni ha perso 32.500 posti letto e mostra una particolare fragilità. “Si stima che, negli ospedali italiani manchino almeno 100mila posti letto di degenza ordinaria e 12mila di terapia intensiva. L’età media dei medici è sempre più elevata, con ben il 56% che ha più di 55 anni rispetto al 14% della Gran Bretagna e percentuali anche più basse in altri Paesi”, sottolineano le 75 Società scientifiche riunite in FoSSC (Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri ed Universitari Italiani), chiedendo al Governo una grande riforma strutturale, con provvedimenti urgenti per salvare il servizio sanitario e mantenere il suo carattere universalistico.

La grande fuga

Entro il 2025 andranno in pensione 29.000 camici bianchi e 21mila infermieri, senza un sufficiente inserimento di nuovi professionisti. Circa 11.000 clinici ospedalieri (non in età da pensione) hanno già scelto di lasciare le strutture pubbliche fra il 2019 e il 2022. E sempre più giovani, formati a spese dello Stato (circa 150mila euro ognuno), vanno all’estero, dove ricevono stipendi anche tre volte superiori rispetto all’Italia e con condizioni di lavoro nettamente migliori.

“Dodici Regioni su 21 non garantiscono neppure la minima sufficienza dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), cioè le cure considerate fondamentali”, insiste l’oncologo Francesco Cognetti, Coordinatore del Forum. “È urgente risolvere questi problemi con una riforma strutturale e di sistema degli ospedali, con lo stanziamento di risorse davvero adeguate per rispondere ai principali parametri in vigore negli altri Paesi europei e con la vera realizzazione delle reti territoriali per patologie”. Insomma, il contratto è importante. Ma da solo non basterà a fare davvero la differenza e dare ossigeno al Ssn e, soprattutto, ai professionisti che vi operano.

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