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Allergia ai pollini: l’impatto di clima e inquinamento

allergia pollini
Adyen Articolo
Velasco25

Ci risiamo: torna la primavera e inizia l’odissea per il 10-30% dei connazionali vittime di un’allergia ai pollini. Occhi rossi, starnuti a raffica, tosse e naso che cola, oppure prurito e arrossamenti, complicano la vita a un numero crescente di italiani, complici anche l‘inquinamento e il cambiamento climatico. Perchè ogni stagione aumenta il numeri di chi si scopre allergico.

“Negli ultimi anni il numero di persone colpite da patologie allergologiche è aumentato vertiginosamente”, conferma Vincenzo Patella, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) e direttore Uoc Medicina Interna a indirizzo Immunologico e Respiratorio Azienda Sanitaria Salerno.

Maledetta primavera: il clima e l’impatto sulle allergie

L’aumento degli italiani con un’allergia ai pollini

A parlare sono i numeri: “Nel triennio 2018-2020 l’incidenza di nuovi casi era dell’11% all’anno, nel 2024 il dato era già al 16%. Oggi, le riniti allergiche colpiscono tra il 10% e il 30% della popolazione, con un’incidenza complessiva che sfiora il 28%”, continua lo specialista, che punta il dito sul cambiamento climatico, che sta anticipando e prolungando la stagione pollinica, con le prime manifestazioni a febbraio e le ultime ancora a settembre. “Quest’anno la stagione pollinica è iniziata 25 giorni prima rispetto alle previsioni”, sottolinea Patella in un focus realizzato con Assosalute, l’Associazione farmaci di automedicazione.

Se i grandi soffono, per i piccoli le allergie primaverili possono causare “sintomi respiratori e cutanei che, se non trattati, possono peggiorare”, sinterviene Alessandro Fiocchi, responsabile di allergologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. I pollini, invisibili a occhio nudo, si diffondono nell’aria durante il periodo di impollinazione e possono provocare rinite, congiuntivite e asma.

In Italia, si stima che ogni anno circa 9 milioni di persone si ammalino di allergie respiratorie derivanti dalla presenza di pollini nell’aria, di cui 4 milioni devono ricorrere alle cure. “La diagnosi di allergia ai pollini si basa principalmente sulla storia clinica del bambino e sulle prove allergologiche, come il prick test”, ricorda il professor Fiocchi.

La mappa dei pollini

Ogni pianta ha un periodo specifico di impollinazione, influenzato dal clima e dalla regione. A Roma le graminacee liberano i pollini tra marzo e luglio, mentre la parietaria ha picchi tra metà febbraio e marzo e poi tra ottobre e novembre. Poiché la temperatura influisce sui periodi di pollinazione, l’aumento degli ultimi anni ha incrementato l’esposizione ai pollini. Vi sono piante che una volta impollinavano soltanto in primavera e che invece oggi ripropongono un secondo periodo di impollinazione in autunno.

L’impatto su lavoro ed economia

L’allergia impatta su lavoro, rendimento scolastico e, alla fine, sull’economia. “I disturbi correlati alle allergie respiratorie possono essere talmente invalidanti da costringere gli adulti ad assentarsi dal lavoro fino a 18 giorni l’anno e possono compromettere la performance scolastica e lavorativa a causa della scarsa qualità del sonno e della difficoltà di concentrazione”, ammonisce Patella.

Lo studio americano “The Economic Burden of Asthma” segnala che interventi mirati potrebbero ridurre di oltre 50 milioni di euro (27%) i costi legati all’asma severo e di circa 31,7 milioni di euro (26%) quelli dell’asma eosinofilico severo.

La rinite e l’asma

La rinite allergica è un’infiammazione della mucosa del naso che causa la comparsa di una serie di sintomi come salve di starnuti (starnuti che si succedono in modo ravvicinato), rinorrea (naso che “gocciola”), ostruzione (naso “chiuso”) o prurito nasale. Gli antistaminici sono i farmaci più importanti per la cura della rinite allergica. L’asma invece è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi provocata dal broncospasmo, ossia dal rapido restringimento dei bronchi. In queste condizioni, si ha difficoltà a respirare, con l’emissione di caratteristici suoni respiratori (rantoli o fischi) e accessi di tosse secca, stizzosa.

Nei casi più seri può verificarsi anche dispnea, cioè la cosiddetta “fame d’aria”. La cura viene scelta in base alla gravità dell’asma. “Tutti i pazienti con asma persistente meritano una terapia di fondo (cioè a lungo termine) con farmaci antinfiammatori come i cortisonici inalatori che possono essere associati a broncodilatatori a lunga durata d’azione (i cosiddetti broncodilatatori “long-acting”), sempre da inalare, che agiscono più a lungo dei broncodilatatori “classici”. Infine, se l’asma si manifesta principalmente in seguito a sforzi fisici, normalmente ci si affida ai farmaci antileucotrienici”, dicono dal Bambino Gesù.

Occhi rossi e allergia

Il termine congiuntivite allergica viene usato per indicare almeno 4 diversi tipi di malattia allergica oculare. “Tutti gli antistaminici per bocca hanno una qualche efficacia nella congiuntivite allergica. Poiché spesso è associata alla rinite allergica, gli antistaminici possono essere una terapia utile per entrambe le patologie”, aggiunge l’Ospedale del Gianicolo.

Gli antistaminici riducono la necessità di terapia topica con spray nasali e colliri, da usare solo al bisogno. Per trattare la congiuntivite allergica possono essere utilizzati anche degli appositi colliri, che sono di tre tipi: stabilizzatori della membrana mastocitaria, il cui uso va iniziato alcune settimane prima dell’inizio della stagione; antistaminici, che hanno principalmente la funzione di bloccare la sostanza che scatena l’allergia; cortisonici, che hanno principalmente la funzione di spegnere l’infiammazione.

I vaccini anti-allergia

Esiste un interruttore in grado di disinnescare l’allergia? L’immunoterapia desensibilizzante, il cosiddetto “vaccino anti-allergico”, è l’unica terapia in grado di ridurre il rischio di reazioni gravi alle punture di insetti e all’esposizione ai pollini, rispondono dal Bambino Gesù. Consiste nella somministrazione controllata di dosi crescenti dell’allergene, per un periodo di 3-5 anni ed è indicata nei bambini con allergie particolarmente severe.

“I vaccini antiallergici – conclude Fiocchi – rappresentano oggi l’unica terapia in grado di educare il sistema immunitario curando così la causa dell’allergia e non solo i sintomi”.

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