Un viso segnato da borse, occhiaie e cedimenti accanto allo stesso volto tonico, sodo e con i segni del tempo cancellati come da un colpo di spugna. Magia della medicina estetica o dell’intelligenza artificiale (AI)? Chissà, ma a mettere in guardia dalle pubblicità sui social e dalle false promesse del ‘prima e dopo‘ è il presidente della Società Italiana di Medicina Estetica (Sime) Emanuele Bartoletti, presentando il 46° congresso della società scientifica che quest’annpo compie mezzo secolo.
Un appuntamento in programma alla Nuvola di Roma da domani, che ospiterà 700 speaker impegnati in 800 relazioni, 100 sessioni scientifiche ed esperti italiani e internazionali.
Medicina estetica, l’esplosione in Italia e i rischi di troppi ‘tagliandi’/VIDEO
Sarà vero? Occhio al pre e post
A chi non capita di restare catturato da cambiamenti che hanno del miracoloso scorrendo i social? “Attenzione ai ‘prima e dopo’: le immagini possono essere frutto dell’AI, oppure anche reali ma il fatto è che i risultati non sono mai standardizzati. Insomma, non è detto un trattamento ideale per una persona lo sia anche per un’altra”, avverte Bartoletti.
Anche perchè i trattamenti vanno sempre personalizzati, come ricorda lo specialista, mettendo in guardia dai “risultati patetici” e dai “volti tutti uguali. Una tendenza – assicura – che per fortuna sembra essere stata arginata. La parola d’ordine deve essere personalizzazione”. Anche perchè il desiderio di belezza rischia di celare non poche trappole.
Belli a tutti i costi? L’aria che tira sui social
E qui torniamo ai social e ai mille tutorial su skincare, massaggi, maschere, punture e altri trattamenti. Nadia Fraone, consigliere della Sime, analizza la nuova declinazione di stress esistenziale generata dal dover essere ‘belli a tutti i costi’: “Ormai possiamo parlare di beauty burnout, una forma di malessere associato all’impegno eccessivo e ossessivo nel mantenere standard estetici elevati, percepiti come obbligatori. Un fenomeno che nasce dalla crescente pressione dei social media e che porta a dover essere belli sempre. Alimentando una percezione distorta di sé che può alimentare una ricerca infinita di miglioramenti”.
Quando allarmarci? Quando “la cura del proprio aspetto diventa quasi un lavoro. A questo segue uno stato di stanchezza mentale, fisica ed emotiva causata dalla continua ricerca di perfezione, che porta a eccessivi rituali”, offuscati da una costante autocritica. Cosa fare? “Spetta alla medicina estetica il compito riequilibrare il binomio benessere-bellezza, che dovrebbe essere uno strumento di armonia e di autenticità non fonte di pressione e di alienazione”, dice Fraone.
Medicina estetica e desideri: dal corpo al viso
Nel frattempo l’attenzione degli italiani è cambiata. “Trenta anni fa – ricorda Stefania Santini – era focalizzata sul corpo e sulle gambe, oggi sul volto”. Sarà ancora un effetto del social? “In ogni caso – raccomanda – resta fondamentale il momento della prima visita, che deve essere completa e accurata”.
La parola agli italiani, tra speranze e paure
A raccontare la percezione del pubblico rispetto ai temi della medicina estetica è un’indagine realizzata dalla società Telpress nei primi mesi di quest’anno. Tra il 1 gennaio e il 30 apriles sono state monitorate 7.887 mentions (ovvero il totale delle rilevazioni come articoli, post e commenti, pubblicati sui siti di informazione online, sui blog e sui profili social) che hanno generato 23 milioni di impressions totali e 458.000
interazioni.
I social più interessati alla medicina estetica sono risultati YouTube (3.760 post), siti web di settore (2.940 post), Instagram (755 post), Facebook (340 post), X (14 post), TikTok (76 post), Reddit (2 post). Risultato? Il tono di questi post è improntato ad un sentiment negativo (11,2% dei casi), neutro nel 22,8% dei casi o positivo (nel 66% dei casi). Ed è molto interessante che, a far paura, siano i cosiddetti ‘praticoni’.
Abusivi e trattamenti fuori legge: l’appello per un Registro della medicina estetica
A spaventare (giustamente) i connazionali sono trattamenti illegali praticati da medici o non addetti ai lavori, che usano prodotti scaduti o non idonei. Ma anche l’intelligenza artificiale e il beauty burnout.
Come riconoscere professionisti doc? “Intanto occorre affidarsi a un medico, controllando che sia iscritto all’Ordine sul sito della Fnomceo. Poi – dice Bartoletti – è importante una formazione specifica: da anni ci battiamo per una legge che codifichi il percorso e istituisca un Registro nazionale della medicina estetica. Occorre intervenire: dopo le ultime vicende di cronaca, non si può più aspettare”, conclude il presidente, convinto che anche un Osservatorio che monitori le pubblicità sui social potrebbe essere utile a tutelare i cittadini.