Vaiolo delle scimmie, ecco il paziente tipo

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Sono più di 700 i contagi nel nostro Paese, ma è la notizia del primo connazionale vittima del virus – un carabiniere in vacanza a Cuba – a rilanciare l’allarme sul vaiolo delle scimmie. Chi è allora nel nostro Paese il paziente tipo, e come si trasmette questa nuova infezione?

Come ricordano gli esperti di Humanitas University, il vaiolo delle scimmie si trasmette da persona a persona  tramite contatto stretto con qualcuno che ha un’eruzione cutanea (da vaiolo delle scimmie), il contatto faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle, compreso il contatto sessuale. La trasmissione può avvenire anche attraverso il contatto con oggetti contaminati, come vestiti, asciugamani, lenzuola, dispositivi elettronici, superfici.

Il virus può diffondersi anche durante la gravidanza dalla madre al feto o dopo il parto con il contatto pelle a pelle. Non è ancora del tutto chiaro per quanto tempo le persone con vaiolo delle scimmie sono infette, ma in generale sono considerate tali a partire dalla comparsa dei sintomi prodromici e finché tutte le lesioni non si sono trasformate in croste e le croste non sono cadute lasciando posto a un nuovo strato di pelle sottostante.

La prima vittima

Come ha fatto sapere il ministero della Salute cubano, “il paziente, che si trovava in condizioni critiche instabili dal 18 agosto, è morto la sera del 21 agosto”. Il 50enne era arrivato a Cuba il 15 agosto ed è stato ricoverato in ospedale tre giorni dopo. Secondo il rapporto dell’autopsia, effettuata presso l’Istituto di Medicina Legale, la morte è stata causata da sepsi dovuta a broncopolmonite con germe indeterminato e danni a più organi.

Dopo le analisi, il ministero ha escluso altre patologie infettive nel paziente. L’italiano alloggiava in una casa in affitto e aveva visitato diverse località nell’ovest del Paese. Mercoledì ha accusato sintomi generali di malessere e giovedì si è recato da un medico. È stato trasportato d’urgenza in ospedale dopo aver subito un arresto cardiaco dal quale si è poi ripreso. Secondo il ministero, le persone che hanno avuto contatti con l’uomo, in isolamento, sono attualmente asintomatiche. Secondo le autorità cubane si tratterebbe del primo caso ufficiale nel Paese di vaiolo delle scimmie.

L’identikit

Intanto l’analisi dei primi 255 casi in Italia ha permesso di disegnare l’identità del paziente tipo nel nostro Paese. Adnkronos Salute anticipa uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Emerging infectious diseases’, al quale hanno contribuito ricercatori della Fondazione Bruno Kessler, del ministero della Salute, dell’Istituto Spallanzani di Roma e delle autorità sanitarie regionali.

Maschio, sui 37 anni: sono queste le caratteristiche dei pazienti in Italia. Il 95% (190 su 200) di quanti hanno fornito l’informazione dichiara di aver avuto rapporti sessuali con altri uomini. Inoltre 25 pazienti riportano di essere stati recentemente alle isole Canarie, dove si ipotizza sia avvenuto un evento che ha amplificato la trasmissione epidemica.

I sintomi

Nell’uomo il vaiolo delle scimmie si manifesta spesso con la combinazione dei seguenti sintomi:

febbre
mal di testa
brividi
stanchezza
astenia (debolezza generale)
linfonodi ingrossati
mal di schiena
dolori muscolari

In genere dopo uno-tre giorni dall’inizio della febbre, si manifesta un’eruzione cutanea. Le lesioni cutanee evolvono in vescicole, pustole e croste.

In presenza di sintomi, raccomandano gli esperti di Humanitas University, è bene isolarsi e consultare tempestivamente il proprio medico di medicina generale che fornirà le indicazioni opportune.

“Nell’attuale focolaio si registra una predominanza di casi tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, che suggerisce – anche per via della natura delle lesioni presenti in alcuni casi – che la trasmissione sia avvenuta per via sessuale. Tuttavia il rischio di contrarre l’infezione non è limitato alle persone sessualmente attive o a uomini che hanno rapporti sessuali con uomini: chiunque abbia un contatto stretto con una persona infetta è a rischio. L’uso del preservativo durante i rapporti sessuali rimane fondamentale per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, tuttavia non è sufficiente a prevenire il rischio di contrarre il monkeypox virus poiché il contagio – come abbiamo visto – può avvenire mediante ogni tipo di contatto stretto”, precisano gli esperti.

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