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Tecnica Made in Italy ‘cancella’ cicatrici vecchie di 30 anni

fuori dal tunnel
Adyen Articolo
Velasco25

Buone notizie dalla ricerca Made in Italy. La metodologia di rigenerazione cutanea Biodermogenesi, che sfrutta tre tipi di stimoli (vacuum, campi elettromagnetici e una leggerissima stimolazione elettrica) per rinnovare la pelle, è stata in grado di contrastare in modo efficace delle cicatrici da ustione vecchie di 30 anni.

Se ne è parlato a Bari, dove a beneficiare delle cure pro bono è stato Michele Santomasi, un uomo di 45 anni con cicatrici da ustioni di III grado frutto di un incidente quando era solo un bambino.

La storia di Michele

L’uomo “è arrivato alla nostra attenzione con il lato destro del corpo coperto da ustioni di III grado dovute ad un incidente domestico quando aveva solo 10 anni”, ha raccontato Maurizio Busoni, ricercatore, docente presso il Master di Medicina Estetica dell’Università di Camerino e dell’Università di Barcellona nonchè ideatore del progetto. “Abbiamo iniziato a curare le sue cicatrici oltre 30 anni dopo le ustioni. In questo lasso di tempo, si sono consolidate, determinando retrazioni che hanno progressivamente cambiato la postura di Michele e condizionato la sua capacità di movimento. Prima di iniziare il percorso terapeutico sono stati effettuati diversi test diagnostici, che hanno evidenziato una limitazione motoria e una estesa rete di fibrosi che limitavano notevolmente la qualità della vita” del paziente.

Insomma prendere in cura Michele “è stata una vera e propria sfida – ha confessato Busoni – in quanto in letteratura scientifica nessuno è mai riuscito ad ottenere miglioramenti significativi su ustioni così gravi, così estese e così vecchie. Le esperienze maturate sino ad oggi ci hanno aiutati a sviluppare un protocollo terapeutico diverso, modificato in corso d’opera in base alla reazione dei tessuti trattati, ottenendo un miglioramento stabilizzato inimmaginabile all’inizio del percorso”.

Da sinistra: Maurizio Busoni, Chiara Giorgio, Michele Santomasi

Il progetto

RigeneraDerma è stato ideato per riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere e delle persone economicamente svantaggiate, offrendo a 500 persone la cura gratuita delle cicatrici con Biodermogenesi. Il progetto ha come partner l’Università di Verona, mentre i trattamenti vengono erogati nei centri medici privati su tutto il territorio nazionale che hanno deciso di offrire trattamenti gratuiti.

Le prime tappe

Il percorso terapeutico su misura è stato sviluppato da Maurizio Busoni, responsabile del progetto RigeneraDerma, ed eseguito dalla dottoressa Chiara Giorgio. Sono state erogate 20 sedute a cadenza settimanale, tutte ben tollerate da Michele e senza alcun effetto collaterale.

“Ho appreso dai media quel che il progetto RigeneraDerma aveva fatto per le donne vittime di violenza, così mi sono detto: ‘Perché non provare?’. Nelle zone trattate ho ottenuto notevoli miglioramenti dal punto di vista funzionale e una maggiore libertà nei movimenti. Questo ha inciso positivamente sul mio quotidiano. Ringrazio il professor Busoni e la dottoressa Giorgio. Con lei, che mi ha seguito in questo percorso, si è creato un bellissimo rapporto umano. È una professionista eccellente e il suo supporto è stato fondamentale”, ha testimoniato Michele.

La difficoltà della sfida

“Come medico fisiatra e medico estetico posso affermare senza timore di smentita, perché supportata dalla letteratura scientifica – ha sottolineato la dottoressa Chiara Giorgio – che la gestione terapeutica delle cicatrici da ustione rappresenta un argomento difficile da affrontare, per le conseguenze estetiche e soprattutto funzionali, talora drammatiche, che compromettono l’autonomia e la qualità di vita dell’individuo. Cercando in Pub-Med, la banca dati internazionale di riferimento per qualsiasi clinico e ricercatore, non vi sono lavori che pubblicano esperienze terapeutiche, ancorché aneddotiche, riguardanti esiti cicatriziali datati oltre i 15 anni. Aggiungo un ulteriore dettaglio, motivo di orgoglio: non esistono dati pubblicati inerenti la valutazione della degenerazione tissutale in esiti cicatriziali di ustioni di III grado, mediante analisi istologica, ovvero biopsia”.

I risultati, tutti documentati e misurati, sono andati oltre le aspettative della stessa Giorgio, che ha confessato un iniziale scetticismo. Il miglioramento è stato evidente già dalla prima seduta e si è consolidato applicazione dopo applicazione, stabilizzandosi ad oltre 6 mesi dal termine del percorso terapeutico. Michele ha visto migliorare significativamente le fibrosi invalidanti che coprivano volto, collo, spalle e tronco, riallineando la postura.

Progressi che hanno permesso di riequilibrare l’appoggio dei piedi, dividendo correttamente il peso del corpo sulle due gambe. Anche l’analisi della motilità di testa e collo ha evidenziato un importante recupero funzionale di torsione e rotazione. Inoltre gli specialisti segnalano un importante recupero della funzionalità di mano, braccio e spalla ustionati, permettendo a Michele di ritrovare la sua piena autonomia.

Un beneficio che va oltre le cicatrici

Le cicatrici di ustioni non segnano solo la pelle. “Ogni miglioramento dal punto di vista medico si traduce in un beneficio emotivo. Così è stato anche per me. I risultati ottenuti non sono stati solo funzionali, ma anche psicologici. Giorno dopo giorno i miei familiari ed i miei cari mi hanno visto più sereno”, ha raccontato Michele, che ha scelto di raccontare la sua esperienza sperando di poter “essere di aiuto ad altre persone”.

Per Busoni il successo in questo caso si deve a due fattori. “Il primo è costituito dalla forza di volontà di Michele, che dopo tanti anni ha voluto credere di poter recuperare una vita migliore e si è impegnato per questo. Il secondo deriva dalla  professionalità e dalla passione dimostrate dalla dottoressa Giorgio nel seguire Michele durante un percorso complesso e difficile da affrontare, aiutandolo non solo nell’ambito terapeutico puro, ma anche sul piano motivazionale e dell’autostima. L’esperienza di Michele sarà descritta in un articolo scientifico destinato alla pubblicazione, grazie al quale potremo comunicare ai medici di tutto il mondo che finalmente anche cicatrici invalidanti vecchie di 30 anni possono essere curate con successo”.

La storia di Michele si affianca così a quella di Pinky, Filomena Lamberti e Maria Antonietta Rositani che, grazie alle cure gratuite ricevute attraverso il progetto RigeneraDerma, hanno visto la loro vita cambiare, ritrovando la speranza.

Violenza sulle donne, salvata dalla medicina: la storia di Maria Antonietta Rositani

 

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