Violenza contro le donne, la storia di Pinky

violenza donne gender gap

La violenza contro le donne lascia una scia di morti, ma anche cicatrici nell’animo e nel corpo. Lo testimonia la storia di Pinky, una donna di origini indiane cresciuta nel nostro Paese, che ha rischiato la vita per l’aggressione dell’ex marito, un uomo indiano impostole dalla sua famiglia di origine. L’uomo una sera la cosparge di Diavolina liquida e le dà fuoco davanti ai figli di 2 e 5 anni. Un’aggressione che le ha lasciato importanti segni su viso e collo.

Quella di Pinky però, come è stato spiegato di recente all’Università di Verona, è anche una storia di speranza, grazie alla ricerca italiana e a un protocollo di trattamento mirato e gratuito offerto da RigeneraDerma. Il progetto nasce da un’idea di Maurizio Busoni, ricercatore, docente del master di Medicina Estetica dell’università di Camerino e dell’università di Barcellona. Obiettivo: riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere.

“Pinky è solo una delle tante persone che abbiamo trattato e stiamo trattando – commenta Busoni – ma con le medesime cicatrici fisiche e psicologiche che incontriamo tutte le volte. RigeneraDerma ci mette di fronte persone devastate da coloro che dichiaravano di amarle. Il nostro obiettivo è aiutarle giorno dopo giorno a ritrovare fiducia in sé stesse e negli altri, intraprendendo un percorso destinato a migliorarne le cicatrici, a mitigarne le conseguenze psicologiche e a migliorare il loro livello di qualità della vita”.

I numeri

Il progetto offre a 500 persone la cura gratuita delle cicatrici con Biodermogenesi*, la metodologia per la rigenerazione dei tessuti cutanei ‘esportata’ in 32 Paesi nel mondo. Partner del progetto RigeneraDerma è l’Università di Verona che vede impegnati in prima linea Andrea Sbarbati, direttore della sezione di Anatomia e istologia, e Sheila Veronese, ingegnere del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento.

Il caso e le cicatrici

Come ricorda Sara Zecchetto, specialista in Medicina interna e medico estetico, “Pinky è venuta alla nostra attenzione per delle ustioni diffuse al viso e al collo, presenti ormai da qualche anno. Dopo l’incidente ha subito numerosi interventi chirurgici, grazie ai quali ha recuperato in parte la regolare fisionomia del volto. Permaneva però tessuto cicatriziale fibrotico e deturpante nella parte medio-inferiore del volto e al collo”.

In questo caso la cicatrice era molto ampia e le procurava un deficit di movimento del collo, con una contrattura posturale della schiena. Per trattare le cicatrici è stato offerto alla paziente “un ciclo di sedute gratuito con metodologia Biodermogenesi, che si basa sull’utilizzo di onde elettromagnetiche e vacuum. Questa metodologia ha dimostrato, grazie a numerosi studi scientifici, di rigenerare i tessuti cutanei. Le sedute effettuate sono state 12, una a settimana. Il trattamento è stato ben tollerato. Seduta dopo seduta abbiamo osservato un progressivo ammorbidimento dei tessuti e un assottigliamento delle cicatrici. È migliorata, inoltre, la postura e si è attenuata la contrattura alle spalle, secondaria alla cicatrici”, racconta la specialista.

Pinky
Il profilo di Pinky prima e dopo

Prima e dopo

“Ho valutato Pinky prima e dopo aver eseguito il trattamento delle cicatrici che ha sul viso e sul collo. Alla prima visita mi ha riferito una importante riduzione della qualità di vita ed una grande difficoltà nel dormire a causa del senso di fastidio e di peso che sentiva. C’era una limitata possibilità di muovere il collo in tutte le direzioni associata a dolore. Ho potuto, inoltre, osservare una aumentata rigidità delle aree cicatriziali grazie all’utilizzo di un particolare tipo di ecografia, detto elastonografia, che è in grado di misurare l’elasticità di un tessuto biologico – ricorda Alessandro Picelli, professore Associato di Medicina Fisica e Riabilitativa presso il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona e Vicepresidente della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica – Alla visita di controllo eseguita al termine del ciclo di trattamento è stato possibile osservare un significativo miglioramento di tutti i parametri esaminati, con un conseguente effetto positivo sulla qualità di vita di Pinky, che ora riesce addirittura a dormire per tutta la notte”.

La testimonianza

Pinky racconta i suoi dubbi: “Non credevo che, grazie ai trattamenti, avrei ottenuto miglioramenti. Anche a livello psicologico non è stato semplice, poiché trattare le cicatrici mi riaccendevano i ricordi e il conseguente trauma”. Poi il trattamento è iniziato: “Sentivo la pelle che tirava, al punto tale che di notte non riuscivo a dormire, perché non trovavo una posizione comoda. Una seduta dopo l’altra ho visto i primi risultati. Oggi sento la pelle più morbida e non tira più come prima. Sebbene non sia ancora perfetta, la mobilità del collo è migliorata di molto e adesso la notte dormo. Durante i primi trattamenti avvertivo un minimo di fastidio che man mano è scomparso. Ho iniziato a percepire il trattamento come un massaggio, senza fastidio né dolori, anzi come una sensazione piacevole e rilassante. Dopo tanti anni ho ritrovato la speranza”. La violenza non lascia solo cicatrici sul corpo, ma grazie alla ricerca oggi sappiamo che è possibile contrastarle.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.