Digital health: così Datawizard guida le imprese verso il futuro

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Aprire un sentiero nella giungla della digitalizzazione sfoltendo fronde e rami a colpi di pixel e accettate di big data per portare le realtà che si occupano di salute verso il futuro. Questo è ciò che fa Datawizard, l’azienda specializzata nella digital health che prende per mano chi vuole stare al passo con la trasformazione digitale. Dalla filiera del farmaco alle assicurazioni, passando attraverso progetti europei, tutto nasce nel 2013, quando un gruppo di esperti dell’innovazione fonda l’azienda, operativa dal 2014. “Creiamo delle piattaforme digitali, su cui sviluppiamo dei servizi che mettiamo a disposizione dei clienti”, racconta Francesco Romano Marcellino, ceo dell’azienda. “È proprio così che abbiamo iniziato, sviluppando una piattaforma, Pharmawizard, – ad oggi in crescita e di proprietà dell’azienda”, spiega Marcellino.

Nel caso specifico, Pharmawizard è stata creata con lo scopo di aiutare le persone a gestire problemi quotidiani sulla salute. Partendo dal presupposto che “Pareto docet: l’80% delle problematiche che le persone hanno quotidianamente nell’ambito della salute, ricade sempre nel 20% delle stesse casistiche. Laddove si esce da questo schema allora c’è qualcosa di più grave e lì il digitale può fare poco – afferma Marcellino – Inizialmente abbiamo applicato degli algoritmi di Intelligenza Artificiale ai foglietti illustrativi dei medicinali, approvati dall’Aifa e dunque affidabili e ufficiali, trasformando questi dati in informazioni intelligenti e facilmente fruibili, sulle quali abbiamo costruito dei servizi utili al cittadino. Ad esempio, il servizio per controllare le interazioni tra i farmaci, ma anche servizi per migliorare l’aderenza terapeutica, come l’armadietto dei medicinali in cloud; o ancora un servizio di consulenza con il farmacista via Chat in tempo reale, fino alla realizzazione di un eCommerce di prodotti farmaceutici. Siamo, insomma, una piattaforma che ha un entry point legato al problema quotidiano”.

Il dato “è per sua natura scalabile, se io rendo intelligente il dato e ci costruisco dei servizi, se ho uno o un milione di utenti non cambia – spiega l’esperto – ed è sulla base di questo principio che forniamo servizi ai nostri clienti”. Il know how dell’azienda si consolida nel corso di una lunga esperienza di contatto con il mondo delle big pharma che oggi “non puntano più solo allo sviluppo di nuove molecole, ma anche alla creazione di servizi per i propri utenti”. E trova terreno fertile in un mercato in forte crescita sul fronte dei servizi per la salute, ovvero quello delle assicurazioni. “Prima le assicurazioni si interfacciavano con l’utente solo quando si apriva il sinistro, ora le cose stanno cambiando: le polizze salute integrano la tradizionale copertura sanitaria con l’adozione di servizi digitali, come i nostri, in un’ottica di prevenzione e protezione”, spiega il ceo.

Da Generali a Reale Mutua, sono molti i colossi del settore che fanno riferimento a DataWizard come supporto in questo viaggio verso la trasformazione. A rendere l’operato dell’azienda particolarmente appettibile è il modello di business innovativo: “dal punto di vista tecnologico siamo strutturati con un’architettura a microservizi, cioè modulare. Ogni modulo è autoconsistente: ed il cliente può scegliere e utilizzare quelli che ritiene più adatti al proprio business, anche separatamente. Nella logica dei microservizi io ti vendo il mio ‘motore’, i miei processi di backend, e li puoi montare sulla tua carrozzeria, ovvero il frontend”, spiega l’esperto. Ad esempio, “Generali Welion – nostro cliente – utilizza i nostri servizi all’interno della sua piattaforma, mantenendo la propria brand identity ed esperienza utente: stesso font, stessa palette cromatica e via dicendo. Nella stessa logica abbiamo fornito i nostri servizi a Reale Mutua e Aviva. Ad oggi siamo in contatto anche con altre assicurazioni che vorrebbero implementare alcuni dei nostri servizi: Unipol, Europassistance, Cattolica, Cardif e altre”.

La struttura del prodotto si sposa con il modello del ‘pay as you go’: “ogni volta che il nostro sistema registra una ‘query’ (una singola richiesta fatta ai nostri servizi) il cliente paga – spiega Marcellino – Questo approccio è molto apprezzato perché è graduale nel tempo. Chi lancia un’innovazione, non sa se avrà o meno successo. Per questo motivo il nostro modello prevede un abbassamento delle barriere di entrata, evitando al cliente un alto costo iniziale”.

Un altro fronte cavalcato dall’azienda è quello dei progetti europei, “ora stiamo lavorando ad un grosso progetto con 50 partner, tra cui 15 agenzie nazionali del farmaco, per la costruzione di un modello unico di identificazione e dispensamento dei medicinali in tutta Europa”, racconta Marcellino. Fare parte di questa iniziativa “per noi, come pmi è una grande sfida – commenta – è stato apprezzato il concetto del service design perché siamo molto focalizzati sui problemi degli utenti e sui casi d’uso dei pazienti”.

E per il futuro “il nostro è estremamente legato all’evoluzione del mercato – spiega il ceo – Il settore salute sarà una delle terre di conquista più avvincenti dei prossimi anni, una vera frontiera di convergenza tra diverse industry. Anche attori che un tempo viaggiavano su terreni diversi hanno cominciato ad avvicinarsi a questo mondo, dalle società di telecomunicazioni, alle assicurazioni, alle Utilities come Enel, fino alle società tecnologiche con giganti come Amazon, Google, Samsung ed Apple. E noi siamo pronti a raccogliere questa sfida”.

Articolo di Attilia Burke apparso sul numero di Fortune Italia di maggio 2019

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