Coronavirus, l’Ema smentisce fake news sugli antinfiammatori

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Non esistono prove che antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene causino un peggioramento dei pazienti Covid-19. È chiaro il messaggio dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Tra le varie bufale comparse sui social e sul web nell’ultima settimana, anche un messaggio WhatsApp diventato virale che recitava: “I casi gravi di giovani sono pazienti che hanno assunto farmaci antinfiammatori all’inizio della malattia”, e ancora, il messaggio attribuito al dottor Walter Pascale, ortopedico dell’Ircs ospedale Galeazzi di Milano proseguiva secco: “dovresti evitare aspirina, ibuprofene, naprossene, il voltaren (diclofenac), ecc. Perché favoriscono le forme gravi”. Dopo la smentita categorica da parte dell’Istituto sul fatto “che tali affermazioni siano realmente state rilasciate dal professore”, e la denuncia da parte dello stesso dottor Pascale all’autorità competente in merito a quanto accaduto, anche l’Ema ribadisce l’inesistenza di “prove scientifiche che stabiliscano un legame tra ibuprofene e peggioramento di Covid-19”.

L’Ema segnala di essere venuta “a conoscenza di segnalazioni, in particolare sui social media, che sollevano dubbi sul fatto che i medicinali antinfiammatori non steroidei (Fans) come l’ibuprofene possano peggiorare la malattia del coronavirus (Covid-19). L’Ema sta monitorando attentamente la situazione ed esaminerà tutte le nuove informazioni che saranno disponibili su questo problema nel contesto della pandemia”.

“A maggio del 2019 – ricorda l’Ema – il comitato per la sicurezza dell’Agenzia ha iniziato una revisione dei farmaci antinfiammatori non steroidei ibuprofene e ketoprofene, a seguito di un’indagine dell’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari che suggeriva come l’infezione dovuta alla varicella e alcune infezioni batteriche possano essere aggravate da questi medicinali. Nelle informazioni sul prodotto di molti medicinali Fans sono presenti già delle avvertenze che gli effetti degli anti-infiammatori non steroidei possono mascherare i sintomi di un peggioramento dell’infezione. ll comitato sta rivedendo tutti i dati disponibili per verificare se siano necessarie misure aggiuntive”.

“All’inizio del trattamento della febbre o del dolore in corso di malattia da Covid-19 – ricorda l’Ema – i pazienti e gli operatori sanitari devono considerare tutte le opzioni di trattamento disponibili, incluso il paracetamolo e i Fans. Ogni medicinale ha i suoi benefici e i suoi rischi come descritto nelle informazioni del prodotto e che devono essere prese in considerazione insieme alle linee guida Europee, molte delle quali raccomandano il paracetamolo come opzione di primo trattamento nella febbre e nel dolore”.

In accordo alle linee guida nazionali di trattamento, i pazienti e gli operatori sanitari possono continuare a utilizzare Fnas (come l’ibuprofene) come riportato nelle informazioni del prodotto approvate. Le raccomandazioni attuali prevedono che questi medicinali vengano utilizzati alla dose minima efficace per il periodo più breve possibile. In ogni caso, attualmente non ci sono ragioni per interrompere il trattamento con ibuprofene, in base a quanto riportato sopra. Ciò è particolarmente importante per i pazienti che assumono ibuprofene o altri Fans per malattie croniche.

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