Nonostante l’arrivo della nuova variante KP.2, l’ultimo monitoraggio Covid in Italia non riserva particolari sorprese. Stando ai dati diffusi dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, infatti, nella settimana 2-8 maggio sono stati 627 i nuovi casi positivi, +1,5% rispetto alla settimana precedente (618), a fronte di 82.286 tamponi (+7,5%). Di fatto, i numeri restano stabili da settimane, come anche la situazione degli ospedali.
La variante
“La nuova variante, che deriva da JN.1 – ha spiegato a Fortune Italia l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, che insieme al collega Francesco Branda e a Fabio Scarpa dell’Università di Sassari ha studiato la nuova variante, descritta in un lavoro ad hoc – ha tre mutazioni rispetto al suo ‘antenato’, ma una sola è importante”. L’analisi ha portato gli scienziati a maturare un giudizio decisamente poco allarmistico su KP.2. Ma vediamo prima la situazione italiana.
I dati Covid
Nella prima settimana di maggio sono 9 i pazienti positivi deceduti (esattamente come nella settimana precedente), il tasso di positività resta invariato (0,8%), mentre l’occupazione in area medica all’8 maggio è pari allo 0,9% (543 ricoverati), stabile rispetto all’1 maggio e quella in terapia intensiva è ferma allo 02% (appena 21 ricoverati). Numeri lontanissimi rispetto a quelli di un anno fa, che arrivano nei giorni in cui ci si interroga sul futuro dei vaccini (e della vaccinazione) contro Covid, dopo il ritiro dal mercato di Vaxzevria*, l’anti-Covid a vettore virale sviluppato da AstraZeneca.