Scuola e Dad, perché non sarà un vero addio

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Ripartono le lezioni in presenza (al 50 o 75%) nelle scuole superiori, ma sembra decisamente troppo presto per archiviare la (tanto contestata da studenti, genitori e persino insegnanti) didattica a distanza (Dad). Intanto, il via libera non riguarda le regioni rosse. Poi la modalità adottata dai diversi istituti, con rotazioni settimanali o lezioni a scuola a giorni alterni, non consente davvero di rinunciare alle lezioni via web. Inoltre il pienone segnalato su alcuni mezzi pubblici nelle grandi città non lascia del tutto tranquilli.

Infine c’è il capitolo virus e contagi: se il Comitato tecnico scientifico (Cts), convocato d’urgenza di domenica, si è espresso positivamente sul ritorno a scuola in percentuali fino al 75% nelle regioni gialle e arancioni, fra gli esperti c’è chi teme gli effetti della ripresa delle lezioni ‘dal vivo’. E’ il caso di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza coronavirus e docente di Igiene all’università Cattolica.In questo momento è per me molto pericolosa la circolazione di tante persone in luoghi chiusi, soprattutto perché non è stato adeguatamente potenziato in molte parti d’Italia il sistema dei trasporti. Quindi io non condivido questa decisione in qualche modo di lasciare alla responsabilità dei politici dei dati scientifici che invece sono per me assolutamente inoppugnabili“, ha detto Ricciardi ad ‘Agorà’ su Rai3.

Secondo l’esperto “in questo momento la circolazione” di Sars-CoV-2 “è talmente alta in tutta Italia che servirebbe un raffreddamento” della curva epidemica “e questo purtroppo lo si può ottenere solo con una chiusura molto energica, molto forte. Non per mesi, ma per 3-4 settimane”. Insomma, servirebbe un nuovo lockdown, altro che ritorno a scuola in presenza.

Non solo. C’è la questione ‘varianti’ del coronavirus (inglese, brasiliana e sudafricana), che preoccupano sotto l’aspetto della contagiosità. “In Olanda l’80% dei casi di variante inglese viene dalle scuole, pensiamoci e attrezziamoci”, twitta Ricciardi. L’esperto si riferisce ad un articolo pubblicato su ‘Science’ e relativo alla variante inglese, individuata in Olanda per la prima volta in una scuola, alla Willibrord school, nel novembre scorso. Il virus mutato si è diffuso rapidamente. Proprio le nuove varianti del virus potrebbero aggiungersi ai problemi legati ai trasporti, all’areazione delle aule (spesso garantita solo tenendo le finestre spalancate nonostante le temperature gelide) e alla sanificazione degli spazi. La riapertura in sicurezza della scuola, chiesta a gran voce in questi giorni dagli studenti, potrebbe avere i giorni contati.

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