Da Di Bella al vaccino Covid, fidatevi della scienza

Iss
Aboca banner articolo

 

Sono giorni che mi torna in mente lo stesso pensiero. Penso di volerlo scrivere e poi, puntualmente, lo rimetto al suo posto, tra i ricordi personali. Ho sempre creduto che una delle poche regole inviolabili sia tenere separato il privato dalla sfera professionale. Ma ogni tanto infrangere le buone regole può essere utile. La paura irrazionale del vaccino Covid, oggi è il turno di AstraZeneca ma domani potrebbe essere un altro, riguarda il rapporto complesso tra ragione, malattia e scienza e, come sempre, chiama in causa il ruolo dell’informazione.

Quando scoprimmo che mia madre era malata di cancro era luglio del 1996. La diagnosi fu una sentenza: adenocarcinoma polmonare, pochi mesi di vita residua. Iniziò una trafila lunga e dolorosa che è inutile descrivere. Tra false speranze, ipotesi di interventi chirurgici e decine di consulti medici. A ogni stallo nelle terapie, seguiva il tentativo di trovarne altre. Mia madre rimase sempre lucida nella sua ferma determinazione: faccio tutto quello che è possibile ma solo quello che la scienza autorizza a fare. E facemmo veramente di tutto, viaggiando tra Roma, Bologna e Parigi e scontrandoci puntualmente con la stessa sentenza.

In quegli anni, il 1997 e il 1998, si parlava continuamente del metodo Di Bella. Era soprattutto la stampa a dare spazio alle speranze di una soluzione alternativa. Mia madre non ne volle mai sapere. Nonostante più di un luminare le dicesse, sostanzialmente, “lei non ha nulla da perdere”. Mia madre mori’ a marzo del 1998, ormai 23 anni fa. Fino alla fine ripeteva il suo grazie ai medici e ribadiva la sua fiducia non scalfibile nella scienza, quella vera. La sperimentazione condotta nel 1999 dal Ministero della Salute sancì la sostanziale inattività, cioè l’inefficacia terapeutica, del cosiddetto multitrattamento Di Bella. Nel frattempo, si contarono morti che molto probabilmente si sarebbero potute evitare seguendo le indicazioni della scienza.

Di quei mesi, resta un insegnamento che può tornare utile anche oggi, nella battaglia contro Covid. Quando si parla di salute, c’è una sola voce da ascoltare, quella della scienza. Per questo, le parole delle autorità scientifiche sono decisive: servono decisioni chiare e comunicate in maniera chiara. A maggior ragione quando, come nel caso di una pandemia come quella COVID, il rischio per la salute riguarda tutti. Altrimenti, da una parte si allarga lo spazio per gli sciamani, i millantatori, i negazionisti e i no vax, e, dall’altra, si rischia di far vacillare anche chi nella scienza ripone la massima fiducia possibile. E nel frattempo si continuano a contare i morti. Non ce lo possiamo permettere.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.