Covid e variante indiana, il punto su voli e controlli

Covid India
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Preoccupa il rischio di importare casi di Covid-19 dall’India e dai Paesi limitrofi, alle prese con una violenta recrudescenza della pandemia, forse collegata alla variante indiana.

E il risultato dei controlli effettuati dalla Asl di Latina sulla comunità sikh e dai medici dell’Uscar sui passeggeri di un volo atterrato a Fiumicino nei giorni scorsi, alimenta questi timori. Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, si è unito all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che già nei giorni scorsi aveva chiesto lo stop dei voli dall’India. Perché, è bene ribadirlo, gli arei non sono stati fermati.

Ma che cosa sta succedendo, e cosa prevedono le disposizioni del ministero della Salute? Il 25 aprile una prima ordinanza, firmata da Roberto Speranza, ha vietato l’ingresso e il transito in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India. Ma non ha bloccato i voli.

In base alla disposizione, l’ingresso e il traffico aereo dall’India sono consentiti “a condizione che i soggetti non manifestino sintomi da Covid-19 e che siano residenti in Italia; intendano raggiungere il domicilio, l’abitazione o la residenza dei figli minori, del coniuge o della parte di unione civile; siano autorizzati dal ministero della Salute, per inderogabili motivi di necessità”. In questo caso si può rientrare con tampone in partenza e all’arrivo e con obbligo di quarantena. Mentre chiunque sia stato in India negli ultimi 14 giorni e si trovi già nel nostro Paese è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione.

Ieri, poi, il ministro della Salute ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso, da qualsiasi punto di confine, a chi negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato o transitato anche in Bangladesh e Sri Lanka, con eccezione dei cittadini italiani che abbiano la residenza anagrafica in Italia da data anteriore all’ordinanza, e a condizione che non manifestino sintomi da Covid-19. Il provvedimento, “visto l’ulteriore aggravamento della situazione epidemiologica nei Paesi coinvolti”, rafforza poi le misure di isolamento per le persone residenti in Italia e autorizzate al rientro.

Ma cosa sappiamo sul rischio legato all’arrivo di soggetti positivi e di nuovi focolai sul nostro territorio? E perché il Lazio è tanto in allarme? Cominciamo dai dati: lo screening compiuto dall’Asl di Latina a Bella Farnia (frazione di Sabaudia), ha individuato su circa 500 cittadini di nazionalità indiana sottoposti a tampone 87 positivi, ovvero il 17%.

Nell’agro pontino, ricorda ‘Repubblica’ è presente una comunità sikh composta da circa 30 mila persone, e sembrerebbe che circa 300 lavoratori siano rientrati in Italia nelle ultime due settimane. I positivi sono stati messi in isolamento in due hotel Covid, e verranno valutate ulteriori restrizioni in un incontro in Prefettura. In pratica, Sabaudia rischia la zona rossa.

Non si sa ancora se i positivi siano stati colpiti dalla variante indiana, e ulteriori controlli potrebbero essere avviati anche nelle vicine Terracina e San Felice Circeo.

Quanto al volo dall’India atterrato alle 21.15 del 28 aprile all’Aeroporto di Fiumicino, con a bordo 213 passeggeri e 10 componenti dell’equipaggio, i controlli hanno rilevato 23 positivi ai tamponi (9%), tra i quali anche due componenti dell’equipaggio.

Tutte le persone risultate positive e i contatti stretti sono stati inviati in un Covid Hotel per l’isolamento.

Si sta replicando quello che è accaduto lo scorso anno con gli arrivi dal Bangladesh“, riflette Pierluigi Bartoletti, coordinatore delle Uscar (Unità mobili speciali di continuità assistenziale regionali). “Non è bello da dire ma è questione di buonsenso: se non si fermano gli arrivi, c’è il rischio di nuovi focolai. Capisco la libertà di movimento, ma devo anche ricordare che molti dei positivi a bordo erano negativi alla partenza. E molti, per non dire tutti, asintomatici”.

“Il principio di cautela – ci dice Bartoletti – imporrebbe lo stop dei voli diretti da Paesi con dati Covid catastrofici, e dove oltretutto circola una nuova variante. Noi, da parte nostra, abbiamo alzato il livello di precauzione: abbiamo detto ai nostri di usare tutti i dispositivi di protezione, come se non fossero stati vaccinati, aspettando i risultati degli esami di tipizzazione”. Che diranno se i soggetti positivi sono stati contagiati dalla variante indiana. Intanto il nuovo volo atteso per oggi è stato cancellato, ci dice ancora Bartoletti.

Una volto risolta la questione del ‘filtro’ sui voli diretti, resterebbe poi il nodo di quelli indiretti: qui la soluzione dovrebbe essere presa a livello europeo.

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