Vaccino AstraZeneca agli under 60? Fare chiarezza

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Nuova retromarcia in vista sul vaccino anti-Covid ‘targato’ AstraZeneca. Ricordiamo che questo prodotto, prima consigliato in Italia agli under 55 e poi agli over 60, adesso potrebbe tornare accessibile anche ai pazienti più giovani. Mentre aspettiamo l’ufficializzazione di quanto anticipato dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, e dunque lo sblocco dell’utilizzo di Vaxzevria anche per gli under 60, leggiamo con una certa curiosità le parole di Giorgio Palù, presidente di Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e virologo del Comitato tecnico scientifico.

Al ‘Corriere della sera’, che gli chiede se chi ha meno di 6o anni possa
ricevere AstraZeneca, l’esperto risponde: “Non c’è mai stato un divieto. Ema non ha posto restrizioni per età, mentre Aifa ha solo dato un’indicazione per uso preferenziale agli over 6o. Il suggerimento è stato interpretato come regola, ma non è così. Tanto che Aifa suggerisce di fare la seconda dose con AZ a chi ha già fatto la prima con lo stesso vaccino, indipendentemente dall’età. Se ne discuterà di nuovo per meglio specificare questo punto ed evitare che per un irragionevole valutazione del rischio molti saltino gli appuntamenti e perdano opportunità di proteggere sé e gli altri”.

Considerazioni pacate e condivisibili, se non fosse che l’Agenzia italiana del farmaco (presieduta dallo stesso Palù), con i suoi ‘suggerimenti’, ha confuso molto le idee degli italiani e complicato la campagna vaccinale.

Il tutto – lo ricordiamo – in assenza di evidenze scientifiche ulteriori rispetto a quelle, ad esempio, in possesso dell’Ema (Agenzia europea dei medicinali), che infatti non ha mai posto limiti di età per l’uso di questo vaccino. Tanto che da più parti è arrivata nelle scorse settimane – dopo i ripetuti pareri dei tecnici Ema – la richiesta di ‘sbloccare’ questo vaccino per le fasce più giovani (ricordiamo fra i primi l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato).

E’ vero che quella di Aifa – che su questo prodotto ha espresso almeno tre posizioni diverse negli ultimi mesi – è un’indicazione per “un uso preferenziale”, presa in nome del principio di precauzione. Ma chi si azzarda a non seguire le indicazioni dell’Agenzia regolatoria italiana, considerate le possibili conseguenze nel malaugurato caso di un evento avverso?

Ormai i rischi legati alla vaccinazione con AstraZeneca sono noti. E da più parti (Ema in primis) si è evidenziato che è più pericoloso non vaccinarsi che farlo con Vaxzevria. Abbiamo visto tutti, inoltre, i dati della Gran Bretagna e di Israele, e abbiamo compreso che è possibile liberarci del virus pandemico a patto di vaccinare il più possibile.

Ricordiamo allora la circolare del ministero della Salute che, appena un mese fa, ribadiva che il rapporto rischio-beneficio collegato al vaccino Covid di AstraZeneca è a favore dei benefici per la popolazione. Ma sottolineava anche che ne viene “raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”.

Le parole pesano. E’ vero, dunque, che si è diffusa una irragionevole valutazione del rischio legato a questo vaccino. Ma da dove è partita? Perché chi doveva comunicare con pacatezza, rassicurando gli italiani giustamente confusi e intimoriti, si è limitato a cambiare versione (più volte), sulla scorta delle segnalazioni di eventi avversi e delle scelte (sconsiderate) di altri Paesi?

Perché, fra i tanti tavoli di esperti messi in piedi in questi mesi, non è stato istituito un gruppo di specialisti di farmacologia e comunicazione, in grado di intervenire prontamente e in modo efficace per fare chiarezza alle prime segnalazioni di eventi avversi ai vaccini (che era prevedibile ci sarebbero state)?

Perché abbiamo lasciato che la paura dovuta alla mancanza di conoscenza gettasse pesanti ombre su questo vaccino anti-Covid? E perché poi, considerati i dati degli eventi avversi riscontrati su tutti e 4 i vaccini approvati, a pagare il prezzo più salato è stato proprio (e solo) Vaxzevria?

Se l’azienda produttrice non è esente da responsabilità, è chiaro che chi doveva comunicare, rasserenare e chiarire non è riuscito nello scopo.

Ora ci verranno a dire che il vaccino è ragionevolmente sicuro anche per gli under 60. Noi lo sostenevamo da tempo, avendo visto i dati Ema e le pubblicazioni scientifiche. Ma certo questa vicenda, che c’è da scommettere diventerà paradigmatica, non può non sollevare pesanti interrogativi. A cui prima o poi qualcuno verrà chiamato a rispondere.

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