Quanto è alto il rischio di incappare in rare e insolite trombosi dopo essere stati vaccinati con Vaxzevria? A rispondere sono gli esperti dell’Agenzia europea del farmaco Ema, elencando i punti principali del nuovo parere provvisorio emesso dal Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp).
Gli effetti collaterali più gravi di questo vaccino anti-Covid, ovvero i “casi molto rari di coaguli di sangue insoliti, con bassi livelli di piastrine”, si stima si verifichino “in 1 su 100.000 persone vaccinate”.
“Le persone dovrebbero cercare assistenza medica se hanno sintomi” sospetti,
ribadiscono gli esperti, sottolineando che questo vaccino “è efficace nel prevenire le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e le morti dovute a Covid-19”. E che “gli effetti collaterali più comuni sono generalmente lievi o moderati e migliorano entro pochi giorni”.
Quanto alla questione del presunto maggior rischio per le donne, “i dati disponibili in tutta l’Ue non sono sufficienti” al momento per fornire ulteriori elementi “sui benefici e sui rischi” del vaccino anti-Covid di AstraZeneca “in
relazione al sesso”. Nessun limite di età o genere, dunque, almeno da parte di Ema (il vaccino in Italia è raccomandato preferibilmente agli over 60).
Infine un chiarimento sul ‘nodo’ delle seconde dosi. Il Comitato per i medicinali per uso umano ha raccomandato di continuare a somministrare la seconda dose di Vaxzevria,” tra 4 e 12 settimane dopo la prima, in
linea con le informazioni sul prodotto”.
Il comitato ha preso in considerazione l’idea di somministrare il richiamo dopo un intervallo più lungo delle 4-12 settimane raccomandate, di non somministrare affatto una seconda dose o di optare in caso per un vaccino a mRna. Ma al momento, ha precisato l’Agenzia, “non ci sono dati o sono limitati per modificare le attuali raccomandazioni” relative al richiamo del vaccino AstraZeneca.
