Open day AstraZeneca, un successo che fa ben sperare

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Sono i giorni della rivincita del vaccino ‘cenerentola’. Dopo il caos, le polemiche e i rifiuti, non passa inosservato il successo degli Open day dedicati al vaccino AstraZeneca. Nel Lazio l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato segnala il “sold out in meno di tre ore a Roma, Frosinone, Latina e Viterbo. La modalità del ticket virtuale ha funzionato e sono rimasti pochi slot all’outlet di Valmontone e Rieti. L’esperienza è da ripetere con un numero di dosi necessariamente maggiore che richiederemo alla struttura commissariale”.

Insomma, anche il Lazio, come le Regioni del Nord, registra il gradimento per Vaxzevria e potrebbe puntare alle scorte rimaste inutilizzate di AstraZeneca e ancora nei frigo di alcune Regioni del Sud. Gli italiani più giovani sembrano aver capito che i vaccini funzionano e sono sicuri, dal momento che corrono a farli appena possono. E questo nonostante il richiamo, almeno nel caso del prossimo Open day nel Lazio, sarà in pieno agosto.

Ricordiamo tutti i ‘meme’ con i primi tre vaccini anti-Covid ‘a confronto’: che fossero paragonati a divi del cinema o altro, AstraZeneca aveva sempre la peggio. Invece adesso vediamo che i timori – che in diversi casi hanno frenato i più anziani – impallidiscono di fronte al desiderio dei più giovani di liberarsi della mascherina e tornare a una certa normalità.

Una scelta già annunciata negli Stati Uniti, più avanti di noi nella campagna vaccinale. Gli americani vaccinati non hanno infatti più l’obbligo di indossare la mascherina o mantenere le distanze sociali all’aperto o al chiuso (con alcune eccezioni).

E questo perché i vaccini funzionano. Basta farli. A confermarlo arriva anche uno studio italiano sui vaccinati con Pfizer, Moderna e AstraZeneca: contagi giù del 95%, casi gravi di Covid a -99%. Sono due dei dati preliminari più significativi emersi dal primo studio condotto su vaccinati italiani a Pescara, firmato da Lamberto Manzoli, direttore del Dipartimento di scienze mediche e professore di epidemiologia e sanità pubblica dell’università di Ferrara.

“L’Asl di Pescara, che vaccinava dal 2 gennaio – spiega Manzoli all’Adnkronos Salute – si è detta: vediamo come stanno funzionando questi vaccini. Con grande sollievo i dati preliminari che abbiamo osservato sono davvero molto positivi. I risultati degli studi sperimentali andavano verificati sulla popolazione generale ed è quello che abbiamo fatto: abbiamo preso i vaccinati della provincia di Pescara e tutta la popolazione adulta residente (poco meno di 300mila persone). I vaccinati erano al momento in cui abbiamo condotto lo studio 62mila. Avendo dovuto escludere per i tempi tecnici necessari alla sieroconversione i vaccinati di aprile, sono stati esaminati i dati di 37mila persone e sono stati confrontati con quelli dei non vaccinati”.

Fra le persone sottoposte a iniezione scudo – con Pfizer, Moderna e AstraZeneca – è risultato “evidente il calo di contagi e di malattia Covid, ma anche di morti (-91%, ma è una stima instabile). In pratica, abbiamo registrato un solo decesso”.

Lo studio è stato condotto da un gruppo composto da ricercatori dell’università di Ferrara e dell’Asl di Pescara. Ha fra gli autori Manzoli e sul fronte dell’Asl pescarese Antonio Caponetti, direttore sanitario, e Graziella Soldato, “che ha vaccinato sul campo”, racconta Manzoli. Il lavoro è stato appena sottomesso per la pubblicazione su una rivista scientifica e quindi non è ancora passato dalla revisione fra pari.

“I dati sono preliminari – tiene a sottolineare l’epidemiologo – e abbiamo in cantiere ulteriori analisi. Ma intanto abbiamo un follow up medio di 30 giorni. E abbiamo potuto esaminare dati che si riferiscono a due dosi di Pfizer e Moderna e una singola di AstraZeneca, perché ancora non erano partite le seconde dosi. I risultati mostrano che sono tutti davvero molto efficaci”.

Per citare i dati relativi ai vaccinati con AstraZeneca, “la percentuale di riduzione di infezioni, casi di malattia e decessi raggiunge il 99% – riferisce Manzoli – Magari questo dato così alto si modificherà un po’ in futuro, ma non scenderebbe di tantissimo”, dice. Tutti e tre i vaccini, comunque, hanno avuto “dati simili, gli intervalli di confidenza si sovrappongono. E posso dire che vanno al di là delle più rosee aspettative. Anche i dati preliminari sugli eventi avversi sono buoni, ma non li abbiamo potuti inserire per motivi tecnici. Peccato, perché potrebbero contribuire a rassicurare le persone che ne avessero bisogno”.

Insomma, se i più giovani corrono a fare il vaccino ‘cenerentola’ (che poi non è davvero tale) spinti dal desiderio di liberarsi delle mascherine, fanno bene. E dovrebbero essere imitati dalle classi d’età più restie. Preoccupano un po’, infatti, i dati relativi ai vaccinati tra 60 e 69 anni. Anche perché si tratta comnque di soggetti a rischio in caso di Covid.

Il vaccino AstraZeneca, come tutti gli altri autorizzati, funziona. I vaccini sono le uniche armi che abbiamo al momento per dare scacco al Coronavirus. Più saremo rapidi a proteggerci, prima potremo tornare a una sorta di normalità. Dunque buon Open day a tutti!

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