vaccino CureVac
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Doccia fredda per il vaccino anti-Covid CureVac, ma anche per l’Unione europea, che su questo vaccino aveva scommesso parecchio. Secondo l’azienda tedesca CureVac i risultati finali della sperimentazione hanno mostrato che il suo vaccino ha un tasso di efficacia di appena il 48%, molto inferiore rispetto ai prodotti a mRna sviluppati da Pfizer-BioNTech e Moderna, ma anche agli altri vaccini a vettore virale di AstraZeneca e Janssen.

Un risultato previsto, dopo l’annuncio qualche settimana fa di dati provvisori deludenti. L’azienda ha fatto sapere che il suo vaccino ha avuto risultati leggermente migliori tra 18 e 60 anni rispetto ai gruppi di età più avanzata, con un’efficacia che sale al 53%. E che la sperimentazione sarebbe stata complicata dalla presenza di numerose varianti di Covid-19.

Le azioni di CureVac, che erano crollate anche al Nasdaq di New York dopo l’annuncio dei dati preliminari il 16 giugno scorso, stanno perdendo il 13% sulla Borsa di Francoforte.

Ma la sperimentazione non si ferma. Lo studio, fa sapere CureVac, continuerà a completare le analisi di follow-up dei soggetti. E i dati disponibili sono stati comunicati all’Agenzia europea per i medicinali (Ema).

“In questa analisi finale, CVnCoV dimostra un forte valore per la salute pubblica nel proteggere i partecipanti allo studio nella fascia di età dai 18 ai 60 anni contro il ricovero in ospedale o la morte e del 77% contro la malattia moderata e grave, un profilo di efficacia, che riteniamo sarà un importante contributo per aiutare a gestire la pandemia di Covid-19 e la diffusione delle varianti”, ha affermato Franz-Werner Haas, amministratore delegato di CureVac. “Nell’attuale contesto di un ambiente sempre più diversificato di varianti di Covid-19 e con una prevalenza residua molto ridotta del ceppo originale, siamo fiduciosi che lo studio Herald offra dati clinicamente rilevanti sull’effetto delle varianti emergenti sull’efficacia del vaccino”.

In ogni caso la notizia rischia di mettere in difficoltà l’Unione Europea che, dopo gli scivoloni di AstraZeneca, proprio con CureVac contava di accelerare la campagna vaccinale. L’Ue aveva firmato un accordo preliminare di acquisto per 225 milioni di dosi di CureVac, con ulteriori 180 milioni di dosi opzionali e, per l’Italia 30,2 milioni di dosi.

“I risultati di oggi sono un grosso danno per tutti, in Europa, perché avevamo la speranza di milioni di dosi di questo vaccino”, ci dice Massimo Ciccozzi, Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, convinto da tempo che i vaccini del futuro saranno quelli a mRna. “Poi certo i dati sono insoliti: il 48% è un dato davvero basso. I numeri di oggi ci dicono che abbiamo un’arma in meno contro Covid-19, specialmente se teniamo conto della questione delle varianti”.

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