Vaccini, attività porta a porta per convincere i dubbiosi

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C’è chi, per persuadere i cittadini ad aderire alla campagna vaccinale anti-Covid, ha deciso di fare un’attività porta a porta. È il caso della Regione Lombardia, dove oggi ha preso il via un’iniziativa che vedrà un camper vaccinale andare in giro per le zone della regione dove si sono registrate le più basse adesioni alla campagna vaccini da parte degli over 60.

Le prime 4mila dosi di vaccini anti-Covid saranno messe a disposizione “in Lomellina e dopodomani nella zona del Mantovano, vicino a Monzambano, metteremo a disposizione circa 4mila dosi per questa categoria. Si tratta di un ulteriore sforzo che facciamo per convincere anche i più dubbiosi, in collaborazione con i medici di famiglia e i sindaci, che hanno concesso spazi all’interno dei propri comuni per effettuare la somministrazione dei vaccini e il controllo”, ha dichiarato il presidente Attilio Fontana.

Di fatto, la situazione contagi, pur non essendo grave, inizia a destare una certa attenzione da parte di Palazzo Lombardia. In sole tre settimane si è generato un piccolo focolaio proprio nel lodigiano, dove tutto è cominciato ormai oltre un anno fa.

La causa, dicono epidemiologi e virologi, è da ricercarsi nella variante Delta del virus, che continua a incrementare la sua incidenza tra tutti i casi registrati in Italia. La ragione, sostiene chi mastica di politica e di economia, è da ricercarsi nelle riaperture sempre più diffuse e nel conseguente forte aumento della circolazione delle persone.

Del resto basta guardare fuori dai nostri confini per capire che la curva dell’epidemia sarà destinata a riprendere la sua ascesa, come sta accadendo nei Paesi che prima di noi hanno riaperto e messo al bando alcune misure di prevenzione.

Come Israele, dove si registrano 500 nuove infezioni in 24 ore proprio a causa della variante Delta. Paese in cui il governo ha deciso, dopo oltre sei mesi di riaperture, di tornare sui suoi passi e imporre nuove chiusure e nuovamente l’obbligo delle mascherine al chiuso e sul trasporto pubblico.

Atro Paese, altro scenario. Nel Regno Unito, nonostante la ripresa dei contagi il premier Boris Johnson ha deciso che il 19 luglio cadranno tutte le restrizioni anti-Covid. E anche se le previsioni indicano che nel regno di Sua Maestà si potrebbero contare fino a 50 mila nuovi casi al giorno già a fine luglio, Johnson traccia la sua road map delle riaperture e con machiavellica spavalderia, dice che “bisogna purtroppo riconciliarsi con l’idea di altri morti di Covid” e che “se non lo facciamo adesso quando abbiamo fatto così tanto con la vaccinazione per spezzare il legame, quando mai potremo farlo?”.

E così aperti i cancelli di negozi, pub e stadi, apriranno quasi completamente anche le frontiere. Per quanto riguarda i viaggiatori italiani diretti in Uk, non dovranno più sottostare a quarantena se avranno completato il ciclo vaccinale almeno da 14 giorni. Idem per chi proviene dalla cosiddetta ‘lista ambra’, che comprende tra gli altri Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Belgio e Olanda.

Intanto da noi la campagna vaccini procede. Secondo i dati del governo stamani ammontavano a oltre 55,4 milioni le dosi di vaccini somministrate, a fronte di quasi 22 milioni di persone che avevano completato il ciclo vaccinale.

Ma mancano sempre all’appello oltre due milioni di over 60 e anche 216 mila tra docenti e personale scolastico, avverte il commissario straordinario Francesco Figliuolo. Che ieri ha mandato una lettera a Regioni e Province autonome, evidenziando come in media ha ricevuto almeno la prima dose l’85% del personale scolastico ma ci sono Regioni molto al di sotto dell’80%.

Per questo, sostiene Figliuolo, occorre “attuare in maniera ancor più proattiva il metodo di raggiungimento attivo del personale che non ha ancora aderito alla campagna vaccinale, coinvolgendo anche i medici competenti per sensibilizzare la comunità scolastica in maniera ancor più capillare” e sarebbe opportuno “incentivare le vaccinazione della categoria, considerandola prioritaria e riservandole corsie preferenziali anche presso gli hub vaccinali”.

Si pone così un grave caveat sulla riapertura delle scuole in sicurezza in un settembre che è già dietro l’angolo e che ci auspichiamo quest’anno sia molto differente – in meglio – rispetto al precedente.

Tutti numeri che danno ragione al ministro della Salute Roberto Speranza, che in ogni sua apparizione non fa che ripetere che “la pandemia non è finita”. Ultima volta, in ordine di tempo, oggi a margine dell’assemblea pubblica di Farmindustria. “Le parole dell’Oms di prudenza sono quelle che ripeto da sempre: dobbiamo avere grande prudenza e attenzione soprattutto per le varianti, che sono elementi di ulteriore preoccupazione in un quadro che va seguito con grande attenzione”. Insomma, “va tenuta alta la guardia”.

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