Ucb, ripensare il lavoro dopo la pandemia

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Riorganizzazione degli spazi lavorativi, aumento dell’organico con l’ingresso di nuove professionalità e un nuovo modo di lavorare. Ucb, multinazionale biofarmaceutica con casa madre a Bruxelles e sede italiana a Milano, alla luce della pandemia da Covid-19 ha voluto reinventarsi, facendo tesoro di alcune delle ‘lezioni’ della pandemia.

Se le crisi innescano trasformazioni, Ucb durante il periodo più impattante di Covid-19 ha rafforzato la propria squadra, accogliendo nuove risorse e nuove professionalità, e ripensato il proprio modo di lavorare, a partire dall’organizzazione degli spazi.

“Abbiamo creato il progetto #Strongeroffice nell’ambito del più ampio progetto di ripensamento del nostro modello di lavoro in ufficio alla luce dell’emergenza – ha spiegato Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Italia – Con il primo lockdown abbiamo immediatamente attivato lo smartworking senza più limiti e poi, gradualmente, sviluppato e promosso un modello ibrido, che limiti a circa il 40% del totale il tempo trascorso in ufficio, principalmente per lavorare insieme”.

RealStep Sicaf Spa è la società di investimento immobiliare che ha gestito la riqualificazione de “La Forgiatura”, campus integrato di oltre 25 mila mq di rigenerazione urbana a elevata efficienza energetica a nord-ovest di Milano, dove ha sede Ucb Italia. Lo studio di architettura che ha curato tutta la riorganizzazione degli spazi è Workitect, specializzato nel design di luoghi di smart working, grazie all’impiego combinato di architetti, professionisti del mondo Hr e psicologi. Il modello di riferimento è quello dell’Activity Based Working, una allocazione funzionale degli spazi per fornire aree che consentano di dare spazio alle 4C: collaboration, concentration, contemplation and communication.

Addio alle tradizionali scrivanie in open space: sono state costituite aree orientate al confronto creativo, più che al lavoro in solitaria. L’azienda ha riconosciuto e riaffermato il valore della flessibilità e dello smartworking, riservando l’ufficio a una funzione di “innovation e co-creation hub”, dove i dipendenti si incontreranno per lavorare in team. I lavori proseguiranno anche durante l’estate, per arrivare entro fine anno a una completa trasformazione dell’ufficio.

“Oggi abbiamo 135 dipendenti – spiega Federica Dal Toso, direttore delle Risorse Umane – ma all’inizio del 2020 eravamo solo 102. Nonostante la pandemia abbiamo operato un grande piano di sviluppo, credendo nella nostra strategia, che dovrà supportare sei lanci nei prossimi sei anni, e in quello che il Paese Italia potrà dare in termini di supporto a questa crescita”.

“Nel 2020 abbiamo continuato ad assumere – continua Dal Toso – aumentando del 18,2% il nostro personale; il 62% dei nuovi assunti è rappresentato da donne, a conferma, tra le altre cose, di un grande equilibrio di genere e del focus esclusivo sulle competenze. E la tendenza non si è arrestata, ma anzi prosegue: nei primi tre mesi del 2021, il numero dei collaboratori di Ucb è aumentato di un ulteriore 10%, di cui il 43,75% è rappresentato da lavoratrici. Inoltre, il numero delle persone cresciute all’interno dell’organizzazione nell’ultimo anno, lungo percorsi di sviluppo nazionali e internazionali, è all’incirca pari a quello delle persone assunte dall’esterno, a dimostrazione dell’equilibrio virtuoso tra investimento in risorse interne e ricerca di competenze all’esterno”.

“Oggi, nella nostra azienda, la componente femminile rappresenta circa il 50%” afferma Chinni, precisando che la parità di genere riguarda anche posizioni di leadership: a capo della direzione del personale, di importanti business unit e della direzione medica ci sono delle donne.

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