I bambini sono più protetti da Covid-19: si contagiano meno, e spesso hanno forme asintomatiche o con pochi sintomi. Ma sarà vero? Mentre si discute sulla vaccinazione dei più piccoli, l’analisi del virus, e della malattia, nei bambini diventa particolarmente interessante.
Ormai i dati epidemiologici evidenziano che in età pediatrica i pazienti sviluppano l’infezione in maniera spesso asintomatica e sono comunque meno soggetti a forme gravi della malattia Covid-19. E a fare chiarezza su alcune delle ‘speciali difese’ dei più piccoli un recente studio, pubblicato su una delle riviste del gruppo Nature e descritto dalla Speciale sul Coronavirus realizzato dall’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani.
La ricerca, condotta in Germania, indica che le cellule immunitarie delle alte vie aeree dei bambini rilevano il virus in maniera più efficiente, con una conseguente risposta antivirale innata all’infezione da Sars-CoV-2 più rapida e consistente rispetto agli adulti, come si legge su Nature Biotechnology. In pratica, il sistema di difesa dei piccoli scatta prima ed è molto efficace.
Attenzione, però. I bambini sotto i 3 anni, se positivi, hanno una probabilità maggiore del 43% di infettare i componenti del proprio nucleo familiare rispetto, ad esempio, agli adolescenti (14-17 anni). E’ quanto emerge da una ricerca realizzata in Canada su 6.280 nuclei familiari con un caso indice sotto i 18 anni, pubblicata su Jama Pediatrics.
Questo studio ci dice che, se ad essere colpiti da Covid-19 sono bambini più piccoli, la probabilità di trasmettere l’infezione in famiglia è maggiore. E la più alta probabilità di trasmissione è stata osservata proprio per i bambini da 0 a 3 anni. Probabilmente perché, a differenza degli adolescenti e dei più grandicelli, è molto difficile con loro rispettare l’isolamento e il distanziamento.
