Tumore prostata, dalla Svezia un test innovativo

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Si chiama Stockholm3 test, dal nome della città dove è stato messo a punto, per effettuarlo basta un prelievo di sangue e potrebbe essere l’uovo di Colombo per affinare lo screening del tumore della prostata, ancora gravato da un eccesso di diagnosi, che porta a un eccesso di trattamenti inutili e potenzialmente dannosi.

Il test di screening tradizionale per il tumore della prostata (il Psa), seguito dalla biopsia prostatica transrettale eco-guidata, in caso di valori di Psa elevati (es. ≥3 ng/mL) riduce la mortalità per questo tumore (come dimostrato dallo studio European Randomized Study of Screening for Prostate Cancer, ERSPC condotto su 160 mila persone) ma al prezzo di un cospicuo numero di diagnosi ‘in eccesso’, cioè di ‘false’ diagnosi di tumore, che generano non solo apprensione in chi le riceve, ma anche una serie di trattamenti chirurgici inutili.

Per questo la comunità scientifica internazionale sta cercando da tempo delle alterative diagnostiche più affidabili e a un costo tale da poter essere proposte come esame di screening.

Secondo i ricercatori del Karolinska, che hanno messo a punto questo nuovo test, lo Stockholm3 risponde appunto a queste caratteristiche.

La validità di questo esame innovativo è stata testata dallo studio STHLM3-MRI, appena pubblicato su The Lancet Oncology a firma di Tobias Nordström, urologo presso il Danderyd Hospital del Karolinska Institutet di Stoccolma.

Lo stesso gruppo qualche settimana prima aveva pubblicato sul New England Journal of Medicine un’altra parte dei risultati dello studio STHLM3-MRI, che suggerivano di sostituire l’attuale algoritmo diagnostico (test del PSA e biopsie ‘tradizionali’) con l’esecuzione di una risonanza magnetica seguita da una biopsia ‘mirata’, con l’obiettivo finale di ridurre l’eccesso di diagnosi di tumore della prostata. In questo contesto, il test Stockholm3 si profila come un interessante completamento diagnostico, da affiancare a risonanza e biopsia mirata o addirittura da effettuare prima della risonanza per la stratificazione il rischio.

Stockholm3 è un esame del sangue che utilizza un algoritmo per analizzare un insieme di marcatori proteici (Psa totale e libero, kallikreina-2, β-microseminoproteina e growth-differentiation factor-15), genetici e dati clinici (es. età e precedente biopsia della prostata).

Questo test consente una stratificazione del rischio, prima di effettuare la risonanza magnetica e le biopsie target, riducendo in questo modo di quasi il 40% il ricorso alla risonanza stessa e alle biopsie. Ma cosa ancora più importante, rispetto a quello tradizionale, la ‘via svedese’ per lo screening del tumore della prostata (test Stockholm3 + eventuali biopsie mirate, su guida Rmn) riduce di quasi il 70% l’eccesso di diagnosi di tumore, mantenendo tuttavia la capacità di individuare la presenza di tumori clinicamente significativi (definiti come Gleason score ≥7).

STHLM3-MRI è uno studio randomizzato, effettuato tra il 2018 e il 2021 che ha coinvolto 12.750 soggetti della contea di Stoccolma; a tutti è stato effettuato, su un prelievo di sangue, sia il classico test del Psa che il nuovissimo Stockholm3. I soggetti con elevati valori di Psa sono stati randomizzati all’esecuzione di una risonanza magnetica o di una biopsia tradizionale. Nel gruppo ‘risonanza magnetica’, in caso di necessità (cioè in presenza di un sospetto tumore), venivano successivamente effettuate biopsie mirate.

Oltre al Psa, negli ultimi anni sono stati messi a punto altri test per migliorare la stratificazione del rischio e l’individuazione degli uomini ad aumentato rischio di cancro della prostata. Si tratta di test basati su del sangue (prostate health index e test 4KScore), delle urine (test del prostate cancer antigen 3 o PCA3 e ExoDx Prostate IntelliScore) e di calcolatori del rischio (European Randomized Study of Screening for Prostate Cancer e Prostate Biopsy Collaborative Group).

Secondo Nordström e colleghi tuttavia, questi test sono promettenti solo in alcuni sottogruppi di pazienti e sempre se associati alla risonanza magnetica; ma le evidenze sula loro utilità in un contesto di screening di popolazione sono scarsi.

Gli autori dello studio (Henrik Grönberg, Martin Eklund e Tobias Nordström) sono partner dell’azienda A3P Biomedical AB, che detiene il brevetto del test Stockholm3.

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