Nel Dna la ‘chiave’ dei tumori del polmone nei non fumatori

tumori polmone
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Il fumo è il principale fattore di rischio per tumore del polmone, ma non è certo l’unico. E a molti sarà capitato di conoscere persone affette da questa condizione, pur non avendo mai toccato una sigaretta in tutta la vita.

Adesso un importante studio del National Cancer Institute (Nci) parte dei National Institutes of Health (Nih) statunitensi, getta luce su questo apparente mistero, attraverso un’analisi genomica che ha consentito di individuare per la prima volta tre sottotipi molecolari di tumore del polmone nei non fumatori. Questa scoperta, appena pubblicata su Nature Genetics, potrebbe portare allo sviluppo di nuovi trattamenti mirati.

“Abbiamo individuato tre sottotipi di tumore del polmone nei non fumatori – spiega il primo autore dello studio, Maria Teresa Landi, del Settore ‘Integrative Tumor Epidemiology’ dell’Nci – che presentano particolari caratteristiche molecolari e processi evolutivi. La speranza adesso è di riuscire a mettere a punto degli approcci di prevenzione e di trattamento mirati per queste tre inedite forme di tumore. Siamo cominciando a comprendere come evolvono questi tumori. Questa prima analisi ci fa comprendere quanta siano eterogenei, diversi i tumori del polmone che si sviluppano nei non fumatori”.

La ricerca appena pubblicata è un grande studio epidemiologico nel quale è stato effettuato il sequenziamento dell’intero genoma di pazienti che non avevano mai fumato, per caratterizzare le alterazioni del Dna presenti nel loro tessuto polmonare tumorale. I tumori studiati erano 189 adenocarcinomi (la forma più comune di tumore del polmone), 36 carcinoidi e 7 tumori di altri tipo. Nessuno di questi pazienti era già stato sottoposto a trattamento anti-tumorale.

I ricercatori americani sono andati a setacciare il Dna dei pazienti alla ricerca di ‘firme’ mutazionali, associate a particolari processi tumorali (come l’incapacità di ‘riparare’ il Dna danneggiato). Queste ‘firme’ molecolari rappresentano un po’ la scatola nera delle attività che portano all’accumulo delle mutazioni in grado di causare il tumore, e offrono dunque importanti indizi di come e perché si sviluppa il tumore stesso.

La ricerc ha consentito di scoprire che la maggior parte dei genomi tumorali dei non fumatori presenta delle ‘firme’ mutazionali associate ad un danno derivante da processi naturali che si verificano nel nostro organismo.

Neppure nei genomi dei 62 pazienti esposti a fumo passivo, sono state infatti individuate le ‘firme’ mutazionali caratteristiche del danno da fumo di sigaretta, ma gli autori invitano a non trarre conclusioni affrettate (del tipo, “il fumo passivo non rappresenta un fattore di rischio per tumore del polmone”), vista la relativa esiguità del campione studiato.

L’analisi genomica ha consentito di individuare tre inediti sottotipi di tumore del polmone nei non fumatori, ai quali i ricercatori hanno assegnato dei nomi ‘musicali’, sulla base del numero di alterazioni genomiche presenti e della velocità di crescita. Il tipo più rappresentato, il “piano”, si associa all’attivazione delle cellule progenitrici, coinvolte nella creazione di nuove cellule ed è il più difficile da trattare perché presenta molte mutazioni ‘driver’ (o ‘pilota’), cioè quelle che svolgono un ruolo fondamentale nella genesi e nello sviluppo del tumore. Questa forma di tumore cresce però in modo estremamente lento, nell’arco di anni, e questo rappresenta un vantaggio sul versante della diagnosi precoce.

C’è poi il sottotipo “mezzo-forte” che presenta specifiche alterazioni cromosomiche e mutazioni a livello del gene Egfr (endothelial growth factor receptor); è la forma a crescita più rapida.

Infine c’è il sottotipo “forte”, anch’esso a crescita rapida, che presenta un’alterazione del genoma (il cosiddetto whole-genome doubling, o WGD, cioè un raddoppiamento totale del corredo cromosomico delle singole cellule) spesso osservata anche nei tumori dei fumatori. Nel caso dei sottotipi “mezzo-forte” e “forte”, caratterizzati da un basso numero di mutazioni ‘driver’, la speranza dei ricercatori è di poterle diagnosticare facilmente, attraverso una singola biopsia e di mettere a punto dei trattamenti a bersaglio molecolare, mirati a quelle specifiche mutazioni.

Il tumore del polmone è il big killer per eccellenza tra tutti i tumori; ogni anno nel mondo se ne registrano 2 milioni di nuovi casi. La stragrande maggioranza dei casi di tumore del polmone interessa i fumatori, ma in un 10-20% dei casi colpisce persone che non hanno mai fumato. Questi ultimi si verificano più di frequente nelle donne e in genere in età più precoce dei tumori dei fumatori.

Solo alcuni di questi casi possono essere attribuiti all’esposizione ad altri fattori di rischio ambientali (fumo passivo, radon, inquinamento dell’aria, asbesto) o al fatto di essere portatori di altre patologie polmonari favorenti la comparsa di queste neoplasie. Per gli altri, fino ad oggi, non c’era una spiegazione causale. Ma lo studio appena pubblicato ha scoperchiato un nuovo vaso di Pandora, quello delle mutazioni ‘spontanee’ del Dna. E, con tutta probabilità, è solo l’inizio di una lunga storia.

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