Vaccino Moderna, terza dose e dati sui bimbi

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Mentre si fa strada l’ipotesi di una terza dose di vaccino per tutti, arriva il via libera in Europa per il booster ‘targato’ Moderna. Secondo le indicazioni del Comitato per i medicinali a uso umano dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), la terza dose del vaccino anti-Covid di Moderna “può essere presa in considerazione nelle persone dai 18 anni in su”.

Il richiamo consiste in metà della dose utilizzata nel ciclo di vaccinazione primaria, precisa l’Ema in una nota. E la raccomandazione si basa su dati che mostrano come la terza dose del vaccino Spikevax, “somministrata da 6 a 8 mesi dopo la seconda, ha portato a un aumento dei livelli di anticorpi” negli adulti in cui questi livelli stavano diminuendo.

Insomma se, come ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, “la terza dose di vaccino anti-Covid per tutta la popolazione è uno scenario verosimile”, oltre al vaccino Pfizer-BioNTech a breve sarà disponibile anche il prodotto di Moderna.

Intanto continuano le analisi sul ‘booster’ Johnson & Johnson, già autorizzato dalla Fda americana dopo almeno 2 mesi dalla prima somministrazione. In questi giorni è esploso il caso sull’opportunità, i tempi e la modalità di un richiamo per chi ha fatto il monodose. E sulla questione, che ha allarmato non poco 1,5 milioni di italiani vaccinati con J&J, sarà chiamata a pronunciarsi l’Agenzia italiana del farmaco. Secondo quanto anticipato da ‘Repubblica’, questa settimana il ministero alla Salute chiederà all’Aifa un parere sul via libera alla seconda dose per chi ha fatto il vaccino Johnson&Johnson.

In effetti proprio ieri l’Ema ricordava che “gli organismi di sanità pubblica possono emettere raccomandazioni ufficiali sull’uso delle dosi di richiamo, tenendo conto della situazione epidemiologica locale, nonché dei dati di efficacia emergenti e dei dati di sicurezza limitati per la dose di richiamo”.

Tornando a Moderna, la biotech americana ha reso noti i dati nei bambini da 6 a 11 anni: il vaccino anti-Covid “mostra una robusta risposta immunitaria” e un “profilo di sicurezza favorevole”. Gli effetti indesiderati sono stati “di gravità lieve o moderata”, i sintomi “più comuni sono stati affaticamento, cefalea, febbre e dolore al sito di iniezione”.

L’azienda Usa, presentando i primi dati di uno studio di fase 2/3 fa sapere di aver valutato due dosi da 50 microgrammi del vaccino mRna-1273. Che sono state “generalmente ben tollerate e hanno mostrato titoli di anticorpi neutralizzanti robusti”.

Moderna prevede dunque di presentare “presto, nel breve termine”, i risultati alla statunitense Fda, all’Agenzia europea del farmaco Ema e ad altre agenzie regolatorie nel mondo.

L’analisi ad interim mostra i risultati dello studio KidCove nei bambini tra 6 e meno di 12 anni dopo le due dosi di 50 µg. Sono stati arruolati 4.753 piccoli partecipanti. I risultati “dimostrano una forte risposta immunitaria in questa coorte di bambini un mese dopo la seconda dose”, sostiene l’azienda.

“Siamo incoraggiati dall’immunogenicità e dal profilo di sicurezza dell’mRna-1273 nei bambini di età compresa tra 6 e meno di 12 anni”, dichiara il Ceo di Moderna, Stéphane Bancel. “Non vediamo l’ora di presentare richiesta” di approvazione “alle autorità regolatorie a livello globale e rimaniamo impegnati a fare la nostra parte per aiutare a porre fine alla pandemia di Covid con un vaccino per adulti e bambini di tutte le età”.

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