Mentre la variante Delta è protagonista della seconda ondata di Covid-19, in Italia sono stati osservati anche casi di Delta plus. Ma cosa contraddistingue questa variante? Ebbene, in barba agli allarmi delle scorse settimane “la Delta plus ha la stessa contagiosità della variante Delta“, ci spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, noto ‘cacciatore di varianti Covid’.
Ciccozzi, insieme a un gruppo di colleghi fra i quali Marta Giovanetti (Laboratório de Flavivírus, Instituto Oswaldo Cruz, Fundação Oswaldo Cruz, Rio de Janeiro, Brazil), Arnaldo Caruso (Microbiologia Università di Brescia) e Stefano Pascarella (Dipartimento di Scienze biochimiche Univesità Sapienza di Roma) firma sul ‘Journal of Medical Virology’ il primo studio italiano sulla variante Delta plus.
Il team ha analizzato nei dettagli le sequenze di circa 60 campioni positivi a questa variante (AY.4.2) prelevati in Italia fino al 28 ottobre scorso. “Da quello che abbiamo potuto rilevare – ci spiega Ciccozzi – le mutazioni che caratterizzano la variante Delta plus non rendono questa variante più contagiosa della Delta. Resta il quesito sull’efficacia anticorpale, che stiamo studiando su modelli tridimensionali per capire se c’è una possibile resistenza agli anticorpi monoclonali usati per trattare i pazienti Covid-19. Questo ce lo dirà un ulteriore studio, già avviato”.
L’analisi dei campioni, e il confronto con quelli europei, ha rivelato che la variante Delta plus in Italia “è arrivata attraverso i viaggi, in particolare dall’Inghilterra. E questo è un aspetto che evidenzia l’importanza della sorveglianza genomica dei viaggiatori in arrivo da Paesi dove circolano sotto-varianti”. Un aspetto molto importante, a fronte della ripresa del turismo.
