Green pass più rigido o vaccino obbligatorio

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L’estenuante dibattito sì, no, forse vax non può che chiudersi con l’epilogo più logico: green pass più rigido, solo per vaccinati e guariti, o vaccino obbligatorio per tutti. Ci sta pensando, da tempo, il governo Draghi e la quarta ondata Covid che sta tornando a mettere in ginocchio mezza Europa può far accelerare i tempi.

Pochi dubbi sul fatto che sia una soluzione necessaria. Una pandemia che dura da quasi due anni e che rischia di allungarsi ancora ha avuto e potrebbe tornare ad avere conseguenze devastanti sul piano sociale ed economico. Per tutti, e per l’Italia in particolare.

Stiamo da mesi tentando di comprendere fino in fondo i danni fatti dal Coronavirus nel tessuto sociale più sensibile. Bambini, ragazzi, anziani, fasce di popolazione meno protette e meno garantite hanno visto difficoltà ampliarsi, distanze allungarsi, problemi ingigantirsi. Allo stesso modo, la ripresa in corso, la spinta del Pnrr, un’accelerazione generalizzata nei processi di trasformazioni necessari – digitale, sostenibilità, mercato del lavoro – impongono una responsabilità ulteriore: non vanno dispersi gli sforzi fatti, perché un nuovo stop all’attività produttiva potrebbe voler dire ripiombare in una crisi irreversibile.

Gli ultimi 22 mesi, da febbraio 2020 a oggi, hanno prodotto anche una frattura netta, alimentata e strumentalizzata dagli interessi di tanti, tra la larghissima maggioranza di italiani che ha scelto di vaccinarsi e la minoranza rumorosa, sovraesposta mediaticamente e politicamente fiancheggiata, di chi rifiuta le indicazioni della scienza. Il tema, prima ancora che si inneschi il tifo da stadio intorno a un farmaco o a un certificato, è il rappporto con la scienza. L’ha detto con estrema chiarezza il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la battaglia della modernità è quella contro l’anti-scienza”, attraverso “l’alleanza tra ricerca e informazione”.

La ricerca deve fare la sua parte, e la sta facendo, l’informazione deve fare la sua parte, e lo potrebbe fare molto meglio. La vecchia e mai logora abitudine di far crescere l’interesse dando spazio a tesi contro, in questo caso soprattutto contro la verità e la realtà, fa più danni oggi che in altre stagioni della storia.

L’altro soggetto che deve fare la sua parte, e la sta sostanzialmente facendo, è il governo. Chi ha la responsabilità di decidere, e al premier Mario Draghi non è mai mancata, deve fare tutto quello che è nelle sue possibilità – sì, l’ennesima reinterpretazione del ‘Whatever it takes’ aiuta anche in questo caso – rispettando la legge e la Costituzione.

Non ci possiamo permettere di tornare indietro e le uniche soluzione disponibili sono un utilizzo più stringente del green pass e, se necessario, l’obbligo vaccinale. Rispetto alle due opzioni, accanto alle implicazioni giuridiche e all’opportunità politica, c’è anche una valutazione empirica da fare. Purtroppo, chiunque di noi ha potuto verificare che l’applicazione del green pass è sostanzialmente discrezionale e puntualmente ignorata nella maggior parte dei luoghi pubblici, a partire da locali e ristoranti. Il dubbio che possa essere uno strumento insufficiente a contenere una recrudescenza del virus sembra quindi fondato. Di fronte alla resistenza a oltranza di una quota della popolazione e a un utilizzo approssimativo del green pass, l’obbligo vaccinale diventa un’opzione sempre più concreta.

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