Allarme Fipe, disdetto un cenone su quattro

Fipe Confocommercio lancia l’allarma sull’effetto che la variante Omicron sta provocando sugli introiti dei ristoratori durante queste feste natalizie: secondo la federazione dei pubblici esercizi, infatti, fioccano le disdette per Capodanno e circa uno su 4 ha deciso di dare forfait.

Sono già il 25/30% le rinunce ai cenoni a fronte di prenotazioni comunque inferiori rispetto al periodo prepandemia. “Rispetto alle chiusure imposte per legge lo scorso anno – sottolinea l’associazione in una nota – il prossimo capodanno vedrà nuovamente la ristorazione accogliere la clientela nei propri locali, e questo è certamente un fattore di fondamentale importanza. Tuttavia le aspettative per una serata, attesa a lungo e nel segno della ripresa, rischiano di rimanere disattese per i 70mila ristoranti che apriranno le porte a chi vorrà celebrare l’arrivo del 2022 con una cena fuori casa. L’impennata di contagi degli ultimi giorni e i tempi imposti dalla quarantena stanno avendo l’effetto di moltiplicare le disdette.

Il mese di dicembre, il più importante dell’anno che da solo vale il 10% del fatturato dei ristoranti, è in buona parte compromesso e si aggiunge a un periodo prolungato di crisi che – sottolinea ancora Fipe Confcommercio – stava finalmente vedendo una via di uscita

Prima di Natale – si osserva – i dati raccolti dall’Ufficio Studi stimavano 4 milioni di italiani pronti a festeggiare l’ultimo dell’anno nei ristoranti aperti. “Per favorire questa ripresa, i ristoratori avevano previsto una riduzione dei prezzi rispetto a due anni fa: 78 euro in media per il cenone rispetto agli 80 del 2019, mentre per cena e brindisi di mezzanotte con sottofondo musicale il calo era più evidente, 90 euro contro 105. In virtù di questi numeri la spesa totale prevista si sarebbe attestata intorno ai 325 milioni di euro, a fronte dei 445 milioni spesi due anni fa. Con il dilagare della nuova variante Omicron a questi numeri oggi andrebbe fatta un’ulteriore tara tra il 25 e 30%”.

Da qui la richiesta al governo “di dispensare misure urgenti come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa integrazione. Interventi che dovranno sostenere quei comparti che stanno soffrendo di più. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza alcun preavviso fino al 31 gennaio”.

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