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Reddito di sostegno alle madri, l’impatto sui neonati

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Non sappiamo come definirlo, se non reddito di sostegno espressamente dedicato alle madri che non dispongono di particolari risorse economiche per far crescere i bambini. Ma ora si sa l’esito di questo intervento sussidiario nel post-partum. Quando si studia un intervento mirato ed economicamente sostenibile, che vada davvero a chi ne ha necessità, si potrebbe influire positivamente sulle prospettive cerebrali dei neonati, una volta diventati grandicelli.

Ad offrire questa visione, a metà tra le valutazioni in termini di neuroscienze ed economia applicata, è una originale ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) la rivista dell’Accademia americana delle scienze. L’analisi, condotta da un team di scienziati di diverse Università degli Usa coordinata da Kimberly Noble e Sonya Troller-Renfree della Coumbia University, arriva a una conclusione organica direttamente legata al supporto economico (poco più di 330 dollari) mensile, offerto alle madri in acque non proprio tranquille sul fronte finanziario.

Grazie al sostegno, utilizzabile come contante in quanto caricato su carta di debito, si è ottenuta una ripercussione positiva dimostrata sullo sviluppo cerebrale in età pediatrica. Dopo un anno, i bimbi nati in famiglie a basso reddito che hanno ricevuto questo sostentamento hanno mostrato una più alta probabilità di andare incontro a sviluppo dell’attività cerebrale legata alle aree dell’apprendimento e del pensiero, ovviamente in confronto ad una popolazione che riceveva solamente 20 dollari mensili, a riprova che il processo non si lega all’erogazione di un contributo a fondo perduto, ma anche alla sua consistenza.

Lo studio ha preso in esame l’attività cerebrale in 435 bambini di un anno, nell’ambito di una ricerca più ampia che ha interessato un migliaio di donne a basso reddito reclutate in diversi centri nascita negli Usa. Le puerpere hanno avuto a disposizione, secondo uno schema randomizzato, o 333 dollari mensili o 20 dollari in contanti, senza indicazioni sul tipo di spesa da sostenere.

Il progetto procede, ma quanto viene riportato nella pubblicazione riguarda solamente gli esiti al primo anno di vita. L’analisi degli scienziati, in termini di neurobiologia, si è concentrata sull’impatto in termini di sviluppo cerebrale nei bambini. per ottenere una valutazione dell’attività cerebrale si è proceduto a rilevazione elettroencefalografica: si sa infatti che l’attività cerebrale veloce, cioè ad elevata frequenza, si correla con lo sviluppo del pensiero e dell’apprendimento.

Risultato: nella misurazione a domicilio di questi parametri nei bambini, quando le madri avevano ricevuto il sostegno, a prescindere dalla spesa, i piccoli avevano un’attività cerebrale ad alta frequenza più spiccata rispetto ai figli delle madri che ricevevano solo i 20 dollari mensili.

Ovviamente, si tratta solo di un’osservazione temporalmente localizzata in una precisa epoca della vita. non è quindi possibile definire se le variazioni osservate in chiave positiva avranno impatto sul futuro dei bimbi, con differenze dimostrabili nello sviluppo cognitivo rispetto ai coetanei.

Ma rimane una realtà: il contributo mensile ha modificato qualcosa, portando il cervello dei piccoli ad adattarsi alle nuove opportunità offerte dal sostegno economico alla madre.

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