Tumori, innovazioni e criticità. L’analisi di D’Antona (Europa Donna)/VIDEO

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La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto pesante sui tumori, fra screening, visite ed esami saltati. E questo sta accadendo ancora oggi, con la quarta ondata. “Si è molto parlato degli screening saltati, ad esempio nel nostro caso della mammografia – racconta a Fortune Italia Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – Ma poco si sapeva sull’impatto di Covid sui pazienti. Abbiamo fatto una ricerca con Altems, ed è emerso che il 50% delle visite e degli esami saltati nel 2020, a settembre non erano ancora stati riprogrammati. Esami di persone in cui era già stata diagnosticata la malattia“.

Ritardi importanti, che hanno impattato sulle terapie ma anche sulla qualità della vita delle pazienti. Non solo, la riorganizzazione ‘causa Covid’ dei reparti ha pesato anche sulle Breast Unit, con “pazienti disorientate, in mano a specialisti che non erano quelli di riferimento. Ecco, noi stiamo sollecitando affinché il Piano nazionale di ripresa e resilienza consideri anche questi aspetti”, spiega la presidente di Europa Donna Italia.

C’è poi il tema delle diseguaglianze sul territorio, legate anche allo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali. “Da una parte c’è la norma, dall’altra la sua attuazione, e in mezzo c’è la burocrazia“, sottolinea D’Antona. “Tante occasioni vengono mancate proprio a causa della burocrazia. Il nostro lavoro è quello di una vigilanza costante, e lo facciamo attraverso 175 antenne, che sono le associazioni che fanno parte di Europa Donna e che, dal territorio, ci segnalano carenze e necessari correttivi”.

In questi anni la ricerca sui tumori è andata avanti, e sono numerose le terapie mirate in arrivo. Ma l’accesso all’innovazione in oncologia è uniforme in Italia? E la norma dei 100 giorni (la Legge n. 189/2012, che stabilisce in 100 giorni il tempo massimo per completare la procedura di rimborsabilità) è sufficiente? “Si deve fare di più – sostiene D’Antona – perché ad esempio per i tumori del seno metastatici occorre una buona qualità di vita e questo è possibile solo se i farmaci sono messi a disposizione delle pazienti rapidamente e in modo uniforme. In realtà vediamo che ogni Regione ha le proprie regole e il proprio percorso, così un farmaco che è disponibile in una Regione non lo è in un’altra”.

Sotto questo aspetto un ruolo chiave spetta alle associazioni. “Noi siamo un’associazione del dialogo, portiamo la voce delle donne sul tavolo dove si prendono le decisioni”, continua. Rilevazione dello stato dell’arte, individuazione delle aree di miglioramento e confronto con gli specialisti sono momenti chiave per portare le richieste delle donne all’attenzione dei decisori.

“Se l’area regolatoria conosce la dimensione del problema – conclude D’Antona – fa prima a trovare una soluzione, o a metterla in atto. E’ importante che le associazioni forniscano i dati giusti. Ora abbiamo la grande valvola del Pnrr, e contiamo sul fatto che possa dare soddisfazione alla nostra area”.

 

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