Contrordine sui ristori ai medici, la soddisfazione di Anelli

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Aveva suscitato rabbia e sdegno (non solo dei camici bianchi) l‘affossamento dei ristori alle famiglie dei medici morti per Covid. In Senato, durante la Conversione in legge del decreto-legge 24 dicembre 2021 n. 221 con la proroga dello stato di emergenza nazionale, il subemendamento 2.1500/32 – dopo aver incassato il parere contrario della Commissione Bilancio – era stato ritirato, fra le proteste degli operatori sanitari, salutati come eroi della pandemia.

Proprio l’amarezza per i mancati ristori ai familiari dei medici morti per Covid figura nero su bianco nel documento con il quale si annuncia lo sciopero del 1 e 2 marzo. 

Nel frattempo qualcosa si è mosso, tanto che oggi il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, plaude all’annuncio dato da ‘fonti qualificate’ alle agenzie di stampa. C’è “soddisfazione – afferma Anelli – per l’intervento del Governo, che, a quanto si apprende, ha messo all’ordine del giorno oggi in Consiglio dei ministri, il finanziamento di un fondo destinato alle famiglie dei medici e odontoiatri morti per Covid e privi di copertura Inail”.

Una buona notizia che arriva alla vigilia della Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario e del volontariato che si celebra il 20 febbraio. Per Anelli “è una questione di giustizia, un fatto etico prima ancora che economico. Ringraziamo il ministro della Salute Roberto Speranza e la ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti che, facendosi interpreti della richiesta avanzata dalla Fnomceo, hanno preso a cuore la causa e se ne sono fatti promotori, il presidente del Consiglio Mario Draghi e il Governo tutto”.

Sono 370 i medici e gli odontoiatri morti durante la pandemia: di questi, 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, liberi professionisti; 30 gli odontoiatri.

“Si viene così a sanare una grave ingiustizia, che vedeva abbandonate a se stesse circa 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica. Mentre infatti i medici dipendenti hanno copertura Inail, questo non vale per i liberi professionisti e per medici convenzionati, che costituiscono oltre la metà dei medici scomparsi”, continua Anelli.

“Ringraziamo l’Enpam, l’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, che si è fatto carico di qualche aiuto, la Fondazione Diego Della Valle, per aver avviato una raccolta fondi, l’Onaosi, per aver aperto anche agli orfani dei sanitari caduti non contribuenti, permettendo loro di studiare nel collegio unico di Perugia, grazie anche a una donazione fatta all’Ammi, l’associazione delle mogli dei medici. Sono tutte iniziative meritorie, ma era giusto far sentire, finalmente, la voce dello Stato”.

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