La guerra in Ucraina dopo Covid, il primato del diritto alla salute

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Dopo due anni di pandemia, la guerra in Ucraina sta sconvolgendo l’Europa. Ma di fronte alle terribili immagini che arrivano dalle città colpite e dai Paesi confinanti, ancora una volta emerge il primato del diritto alla salute. A sottolinearlo è stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo videomessaggio inviato per l’evento organizzato da Uniamo– Federazione Italiana Malattie Rare, in occasione della Giornata internazionale delle Malattie Rare.

“È un momento non semplice, veniamo da una serie di sfide senza precedenti, come quella della pandemia che ci ha toccato pesantemente e oggi, in queste ore, l’agenda è toccata dalle questioni della guerra, che scuote le coscienze di ciascuno di noi. Eppure, oggi più che mai abbiamo bisogno di rimettere al centro il primato del diritto alla salute, che alla fine è il diritto alla vita, e dobbiamo farlo con tutte le energie di cui disponiamo. E’ fondamentale – ha aggiunto – che il nostro governo, il Parlamento e le Istituzioni lavorino incessantemente per creare migliori condizioni per l’esercizio di tutti i diritti, soprattutto per rafforzare la tutela, la difesa e la garanzia del diritto alla salute come diritto fondamentale”.

“Questa pandemia ci ha insegnato che la salute è davvero la cosa più importante che abbiamo. Bisogna mettere più risorse, investire di più, bisogna finirla con i tagli e considerare che ogni euro che si mette sulla salute non è un costo ma un investimento sulla qualità della vita. E lo stiamo facendo, mettendo più risorse sul Servizio sanitario nazionale: 10 miliardi in più sul Fondo in poco più di due anni, lo stiamo facendo con il Pnrr, 20 miliardi in un colpo solo, e introducendo anche il Pon Salute nella programmazione europea, che non si era mai visto prima nel nostro Paese”, ha ricordato Speranza.

“Abbiamo quindi più risorse, con le quali dobbiamo e possiamo costruire un Ssn migliore. Il sostegno a chi vive sulla propria pelle la difficoltà delle malattie rare deve essere fortissimo, perché dà il senso di quale sia l’impianto più profondo della nostra umanità di Ssn. Cioè l’idea che se una persona sta male va curata, non può fare la differenza se si tratta di un male che tocca milioni e milioni di persone o è un male che tocca un numero più basso, come avviene appunto per le malattie rare”.

“E allora dobbiamo impegnarci e costruire le condizioni per un investimento ancora più forte”, ha aggiunto. “Sono giorni difficili, in cui l’agenda di ciascuno di noi è toccata da quanto sta avvenendo a livello internazionale, però penso sia giusto e assolutamente doveroso ricordare questa Giornata del 28 febbraio, che è la Giornata internazionale delle malattie rare”, ha concluso poi il ministro , ringraziando “i volontari che ogni giorno si impegnano per provare ad alzare il livello dei diritti di chi incontra le malattie rare nel nostro Paese”.

“Lo scoppio della guerra – ha sottolineato da parte sua Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo – ci ha fatto ricordare il momento di sconcerto che abbiamo avuto, nello stesso periodo, due anni fa, allo scoppio della pandemia. Siamo vicini al popolo ucraino e alle sofferenze che la guerra sta determinando. Per questo vogliamo che l’illuminazione degli oltre 250 monumenti sia non solo una celebrazione della nostra Giornata, ma anche un segno di vicinanza alle persone che stanno sperimentando sulla loro pelle paura, sconcerto, solitudine, sconforto in quella terra invasa dai carri armati”.

“Chiediamo a tutta la nostra comunità – ha aggiunto – di affiancare chi è in prima linea in questa guerra e alle tante persone che vengono arrestate per aver offerto un segno di solidarietà. Mostriamo cartelli di fronte ai monumenti illuminati, fotografiamoci e invadiamo pacificamente il web: ‘I malati rari per il popolo ucraino: no alla guerra’. Condividiamo l’accensione dei monumenti che avevamo pensato come attenzione per i malati rari a loro e a coloro che soffrono. Dimostriamo ancora una volta che siamo paradigma di cultura di inclusione, pace, messa in rete”, ha concluso Scopinaro.

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