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Bando da 200 mila dollari per ricercatori a metà carriera

cervello Alzheimer
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Spesso si sente parlare di giovani cervelli in fuga, ma nella vita dei ricercatori c’è un momento di enorme vuoto nella possibilità di accedere a finanziamenti necessari a consolidare le attività e le scoperte realizzate nei propri laboratori: la fase del mid-career.

Così capita che questo gap arrivi a mettere in crisi una carriera avviata e promettente. Adesso però si cambia, anche grazie a un nuovo bando da 200mila dollari per sostenere i ricercatori a metà carriera che studiano le malattie neurodegenerative in Italia.

L’associazione Airalzh (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer) e la Fondazione Armenise-Harvard si sono alleate per offrire una borsa da 100mila dollari all’anno per due anni, capace di sostenere le più interessanti ricerche di base nel campo delle malattie neurodegenerative.  Con una novità: la borsa, il cui bando è fino al 31 maggio 2022, è accessibile solo agli scienziati a capo di un laboratorio indipendente, in Italia, da almeno cinque ma non più di 12 anni.

L’idea è dunque che in Italia il problema della ricerca sia legato alla carenza di fondi, piuttosto che a quella di talenti e creatività. Inoltre la ricerca scientifica di alta qualità richiede tempo. Gli scienziati in Italia, in Europa e negli Stati Uniti condividono lo stesso destino: c’è un periodo nella loro carriera accademica in cui sperimentano un vuoto nel sistema di finanziamento. Per questo è cruciale fornire loro strumenti mirati per la fase intermedia della carriera.

La Fondazione Giovanni Armenise Harvard, che nel 2020 aveva lanciato un programma pilota dedicato proprio a questa fase della vita degli scienziati, unisce le proprie forze con Airalzh per supportare ricercatori mid-career nel campo della ricerca di base delle malattie neurodegenerative.

“L’esperienza di oltre 20 anni della Fondazione Armenise Harvard è emblematica: col programma Career Development Award abbiamo sostenuto le ricerche in Italia di 29 giovani scienziati che, a loro volta, hanno raccolto fondi per oltre 80 milioni di euro, pubblicando più di 700 peer-reviewed paper con un H-index medio di 24,6 e più di 3.800 citazioni medie. Nonostante ciò, però, anche i nostri ricercatori soffrono di questa situazione inaccettabile”, sottolinea Elisabetta Vitali, direttore dei programmi italiani alla Fondazione Armenise Harvard. “Una mancanza strutturale che spesso mette a rischio carriere avviate compromettendo la possibilità di portare a fruizione gli investimenti fatti in fase di avvio di un laboratorio e, soprattutto, rischia di vanificare il raggiungimento delle scoperte scientifiche ”

La ricerca di base “è cruciale per lo sviluppo di nuove conoscenze in grado di migliorare la qualità della vita del genere umano. La nostra associazione è relativamente giovane, avrà 10 anni nel 2024, ma in questi anni – rivendica Alessandra Mocali, presidente di Airalzh – abbiamo già sostenuto, attraverso l’erogazione di 82 assegni di ricerca e 13 grants, una rete nazionale di giovani ricercatori attivi in oltre 30 Università e Centri di Ricerca d’eccellenza in 15 Regioni italiane, da Nord a Sud. Riteniamo altrettanto importante, però, dare ai ricercatori il tempo di crescere professionalmente, arrivando così al raggiungimento di risultati tangibili. Ed è per questa ragione che abbiamo accolto con entusiasmo la proposta della Fondazione Armenise Harvard, intervenendo nella fase intermedia della carriera degli scienziati”.

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