Bayer e Pfizer bloccano gli investimenti in Russia

ministero Esteri Russia
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Continuano i riflessi della guerra in Ucraina sul pharma. Le ultime aziende in ordine di tempo a rivedere la loro posizione sono la tedesca Bayer e l’americana Pfizer. “In risposta all’invasione russa dell’Ucraina”, il gruppo farmaceutico e agrochimico tedesco Bayer “ha interrotto in Russia e in Bielorussia tutte le spese non correlate alla fornitura di prodotti essenziali per la salute e per l’agricoltura”.

Dal canto suo il colosso farmaceutico americano Pfizer fa sapere che non avvierà nuovi studi clinici in Russia e smetterà di arruolare altri pazienti nei trial già in corso nel Paese. Il gruppo che ha messo a punto il primo vaccino anti-Covid a mRna ha fatto sapere che lavorerà con la Food and Drug Administration Usa e con gli altri enti regolatori per trasferire gli studi clinici già iniziati in centri alternativi al di fuori dalla Russia. I farmaci necessari a proseguire i trial in corso verranno invece garantiti, precisa la multinazionale che aggiunge: “Sebbene Pfizer non possieda né gestisca siti di produzione in Russia, cesseremo tutti gli investimenti pianificati con fornitori locali”. 

Quanto a Bayer, lo stop include “tutte le attività pubblicitarie e promozionali, i progetti di investimento di capitale a tempo indeterminato e il perseguimento di nuove opportunità di business”. Il gruppo tedesco rassicura invece sulla fornitura di farmaci e di prodotti indispensabili alle attività agricole: “Questa guerra senza senso si è già presa molte vite – spiega la compagnia – Come azienda impegnata nel settore delle Scienze della vita abbiamo un obbligo etico in ogni Paese in cui operiamo. Non far arrivare alla popolazione civile prodotti essenziali come terapie anticancro o contro le malattie cardiovascolari, prodotti per donne incinte e bambini, o sementi per coltivare, non farebbe che moltiplicare gli effetti della guerra sulle vite umane”.

Bayer ricorda di aver “condannato fin dall’inizio” la “brutale aggressione contro un Paese sovrano” e lancia un monito: “Attacchi come questi richiedono una posizione molto chiara e noi siamo stati molto chiari sulla nostra”. L’intenzione dell’azienda, che nei giorni scorsi aveva annunciato una donazione di tre milioni di euro a favore di Kiev, ha sottolineato che la sua priorità è “continuare a dare priorità alla sicurezza dei nostri 700 colleghi in Ucraina e a fornire a loro e alle loro famiglie aiuti finanziari, riparo e assistenza per l’evacuazione”.

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