Stanchezza, estratto di melograno al microscopio

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E’ un problema tipico della nostra epoca, peggiorato in pandemia: parliamo della stanchezza fisica, dell’affaticamento, anche quello a breve termine. Ebbene, un aiuto potrebbe arrivare dalla natura. Nei prossimi mesi uno studio clinico randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, misurerà l’efficacia dell’estratto di melograno abbinato alle vitamine del gruppo b e alla vitamina c.

Il melograno (Punica granatum) è una pianta originaria della regione compresa tra l’Iran e la catena himalayana, presente sin dall’antichità nell’area del Mediterraneo. Il frutto, coltivato da millenni, è noto da tempo per le sue virtù salutari. Lo stesso Ippocrate lo consigliava come antinfiammatorio, antidiarroico e antibatterico.

Ora uno studio preliminare, realizzato dall’Università di Napoli Federico II in collaborazione con Esserre Pharma, ha evidenziato il ruolo dell’estratto del melograno, in abbinamento a vitamine del gruppo B e C, nel combattere efficacemente l’affaticamento prolungato o a breve termine. L’indagine è stata svolta sui consumatori di integratori alimentari e finalizzata alla riduzione della fatica: 78 soggetti (21 uomini e 57 donne) sono stati reclutati per un mese per valutare l’efficacia e la tollerabilità di questo integratore alimentare attraverso questionari per la valutazione del livello di fatica e della qualità della vita.

I consumatori, si legge in una nota, hanno segnalato un miglioramento significativo delle loro condizioni senza effetti negativi in ​​questo periodo di tempo. Sebbene siano necessari ulteriori studi, questi dati preliminari suggeriscono la capacità di una combinazione di estratto di melograno e vitamine idrosolubili di alleviare l’affaticamento a breve termine.

“Siamo partiti dai risultati di diverse ricerche scientifiche, che attribuiscono al melograno proprietà di “superfood”, e ci siamo poi rivolti a persone che avevano fatto richiesta al proprio farmacista di un integratore alimentare che li alleviasse dalla sensazione di affaticamento prolungato. Questa indagine tra consumatori, condotta con un approccio scientifico robusto, ha messo in evidenza elementi molto positivi a favore del melograno nel combattere la sensazione di affaticamento” dichiara Maria Daglia, docente di Chimica degli alimenti del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II, tra gli autori dell’indagine.

“Il melograno, in combinazione con le vitamine del gruppo B e la vitamina C, ha fornito risultati promettenti, in quanto sembra aiutare nelle situazioni di fatica non patologica. Pertanto, in collaborazione con i medici di medicina generale si proseguirà la ricerca nei prossimi mesi, con uno studio clinico interventistico randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, che possa confermare l’efficacia dell’estratto di melograno abbinato alle vitamine idrosolubili, contro l’affaticamento prolungato o short-term fatigue, evidenziata da questa prima indagine”.

“Per la prima volta, abbiamo testato l’efficacia di un ingrediente tipico del bacino mediterraneo come supporto per il sistema immunitario a differenza di altri spesso utilizzati, che sono invece di provenienza extra-mediterranea”, sottolinea Costanza Riccioni, Chief Scientific Officer Esserre Pharma. “La sensazione di stanchezza e affaticamento è una delle manifestazioni tipiche di un sistema immunitario alterato e che spesso può presentarsi in forma d’infezioni, infiammazioni o altre tipologie di stress. Parliamo, cioè, d’immunonutrizione, concetto per cui alcuni nutrienti, grazie alla loro attività antinfiammatoria, possono aiutare il sistema immunitario. Nel caso del melograno, questo è possibile grazie al suo contributo di polifenoli. L’attività dell’estratto di melograno infatti, in studi preclinici, ha mostrato di ridurre alcuni markers biochimici dell’infiammazione come le citochine pro-infiammatorie, l’interleuchina-6 o l’hs-CRP, high-sensitivity C reactive protein”.

“Quando parliamo di economia circolare, autentica direttiva per la nostra ricerca su materie prime provenienti dal bacino mediterraneo, nel caso del melograno intendiamo che il succo va via per intero”, conclude Riccioni. “Utilizziamo invece la buccia ma anche altre parti tradizionalmente considerate scarti dall’industria alimentare. Stiamo poi programmando altri studi strutturati ai fini di comprendere, anche con l’uso di markers biochimici dello stress ossidativo e dell’infiammazione, come l’effetto dell’estratto di melograno possa ridurre i valori espressi dai markers biochimici”.

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