Covid e il rapporto Lancet sui morti in Italia (sottostimati)

Covid Bergamo
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Mentre la curva di Covid-19 torna a salire in Italia e nel mondo, tornano ad accendersi i riflettori sui morti per Sars-Cov-2. Tutto nasce da uno studio condotto con il sostegno della Bill & Melinda Gates Foundation, pubblicato nei giorni scorsi su Lancet. Secondo le nuove stime dei ricercatori il numero delle vittime della pandemia nel mondo potrebbe essere tre volte più alto rispetto ai dati ufficiali: ben 18,2 milioni, tra gennaio 2020 e dicembre 2021, rispetto ai 5,9 milioni riportati dalle autorità.

Un parametro chiave, il cosiddettoeccesso di mortalità’ (cioè la differenza tra le morti complessive per qualsiasi causa e il numero atteso sulla base del trend storico, utilizzato anche nei recenti rapporti di Istat e Iss), valutato in 191 Paesi del mondo Italia inclusa. A livello globale, l’eccesso di mortalità è pari a 120 decessi ogni 100.000 abitanti. Ventuno Paesi sono sopra la soglia dei 300 decessi ogni 100.000 abitanti: si trovano per lo più nelle regioni andine dell’America latina, nell’Europa centro-orientale, nell’Africa sub-sahariana e nell’America centrale.

Ma superano quota 300 anche diverse Regioni italiane: Liguria (339), Lombardia (315), Molise (334) e Piemonte (329). Tra le Regioni meno colpite ci sono invece Sardegna (con un eccesso di mortalità pari a 152 decessi ogni 100.000 abitanti), Basilicata (162) e Lazio (169).

L’Italia, nel suo complesso, ha un eccesso di mortalità pari a 227 decessi ogni 100.000 abitanti. Nei primi due anni di pandemia il nostro Paese ha riportato ufficialmente 137.000 morti per Covid-19, ma lo studio evidenzia un eccesso di mortalità pari a 259.000 decessi. Ma questo numero è credibile?

“Il lavoro di Lancet è ben fatto e ha utilizzato i dati dei registri nazionali di mortalità – commenta a Fortune Italia, nell’anniversario dei camion militari carichi di bare a Bergamo,  Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, noto ‘cacciatore di varianti’, da tempo convinto che i morti per Covid in Italia siano sottostimati – La mortalità Covid è sottostimata, e in Italia abbiamo sempre dati aggregati, non disaggregati per cause o vaccinazione (i morti avevano una, due o tre dosi di vaccino?). Poi bisogna vedere se le persone che vanno in ospedale e hanno un tampone positivo a Covid sono morte per un infarto o altro. Capire il certificato di morte cosa riporta: Covid-19 o infarto? Ci sono tante questioni di cui tenere conto, con una certezza: i morti sono sottostimati, e questo non solo in Italia. Penso all’Africa, all’India. Ebbene, come dicono gli inglesi è importante avere per le prossime pandemie ed epidemie registri seri, che ci diano un quadro corretto sulla mortalità”.

“E’ vero che ho sempre sostenuto che i morti fossero sottostimati, sarò fortunato?”, si chiede Ciccozzi, che suggerisce: “Se si conservano i tamponi all’ingresso in ospedale o nelle terapie intensive, e poi le persone purtroppo non ce la fanno, si potrebbe fare il sequenziamento per capire se sono morte di Omicron, di Omicron 2 o di Delta”.

Anche secondo il virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, “il dato riferito da Lancet è assolutamente ragionevole ed è ciò che si sapeva: le statiche di Covid hanno modalità diverse fra le nazioni e c’è sempre un margine di errore e di non segnalazione. Dunque il dato riferito all’eccesso di mortalità complessiva confrontato con il dato storico è l’elemento fondamentale. Anche per togliere di mezzo quella discussione sui morti per o con Covid, che è speciosa. Ma che evidenzia azioni diverse di Covid nel determinare la mortalità, un elemento importante negli studi scientifici”.

“L’eccesso di mortalità – continua Pregliasco – mette in luce invece il peso complessivo di una patologia, e sicuramente include persone che sono morte per altri motivi, un ictus o un infarto, ma che in una situazione emergenziale non sono state evidenziate. E’ evidente come in diverse nazioni ci sia stata una sottostima: in particolare forse in Cina e sicuramente in India, dove si vedevano pire per i morti  all’angolo della strada. Ma la sottostima – conclude – c’è stata anche in Italia”.

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