Caro energia, decalogo anti-sprechi in ospedale

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Il conflitto in Ucraina e il caro energia rischiano di costare salati non solo alle famiglie, ma anche alle aziende sanitarie del nostro Paese. Una situazione che rilancia l’opportunità di interventi mirati a razionalizzare i consumi e assicurare risparmi. A stilare e diffondere un decalogo per promuovere il risparmio energetico in tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere della Penisola è la Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), che ha stimato in 500 milioni di euro la spesa in più per Asl e ospedali italiani.

Dalla nomina dell’energy manager all’implementazione degli impianti di cogenerazione, dal monitoraggio costante delle temperature dei locali ad uso sanitario alla promozione del coinvolgimento diretto dei dipendenti nell’adozione di comportamenti responsabili, come lo spegnimento delle apparecchiature al termine dell’utilizzo o l’attivazione di funzioni di risparmio energetico in fase di standby. Ecco 10 buone pratiche “a costo zero” per consentire una riduzione del consumo di energia nelle Asl e negli ospedali pubblici, attenuando l’impatto dei rincari di luce e gas sul sistema ospedaliero.

“L’adozione di azioni virtuose finalizzate all’efficientamento energetico e l’utilizzo di fonti di energia alternative rappresentano una scelta strategica necessaria di sostenibilità ambientale ed economica. Attraverso le buone pratiche, anche in un ospedale dove macchinari e sale operatorie devono essere necessariamente attivi 24 ore su 24, è possibile ottenere un risparmio energetico significativo: applicando interventi e azioni a basso costo e regolando gli impianti esistenti è possibile ridurre i consumi energetici fra il 10 e il 12%, e grazie ai comportamenti virtuosi adottati dai dipendenti abbiamo calcolato che si possono raggiungere percentuali di diminuzione dei consumi dal 6 all’8%”, dichiara Giovanni Migliore, presidente di Fiaso.

Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) destina alla spesa per l’energia 1,4 miliardi di euro, di cui 786 milioni per l’energia elettrica e 616 milioni per il riscaldamento, e si stima che nel 2022 si verificherà un incremento della bolletta energetica pari al 30%. Un aumento che graverà sensibilmente sui bilanci delle Aziende sanitarie pubbliche, con effetti sul conto economico e sugli investimenti.

I servizi ospedalieri richiedono una grande quantità di energia che deve essere mantenuta costante nel tempo: si pensi al riscaldamento e al raffreddamento degli ambienti, alle operazioni di sterilizzazione e disinfezione dei macchinari, all’utilizzo degli apparecchi di radiodiagnostica, tac e pet, al funzionamento dei macchinari nelle sale operatorie e nelle terapie intensive, che devono restare necessariamente attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Attraverso interventi e azioni a basso costo però, sottolinea Fiaso, si possano ridurre consumi e ottenere risparmi anche nelle aziende sanitarie e ospedaliere. Solo i comportamenti dei dipendenti possano limitare fino all’8% i consumi energetici, mentre il ricorso al fotovoltaico – condizionato da una serie di fattori, fra cui lo spazio disponibile – potrebbe permettere una riduzione dei consumi elettrici fra il 5 il 7%. Ecco dunque il decalogo per aiutare le strutture sanitarie ad affrontare il caro energia:

1) Nominare l’energy manager dell’Azienda;
2) Implementare gli impianti di cogenerazione o la percentuale delle ore di funzionamento, favorendone l’uso nelle fasce tariffarie a più alto costo;
3) Utilizzare luci esterne led alimentate a batterie ricaricabili con pannello fotovoltaico incluso;
4) Riqualificare in termini di efficientamento le centrali termiche;
5) Impiegare interruttori crepuscolari per la gestione delle luci esterne ovvero installare sistemi di controllo di illuminazione “intelligenti”;
6) Impiegare interruttori “di presenza” nei locali interni con particolare attenzione ai servizi igienici;
7) Regolare le temperature di mandata dell’acqua calda in inverno e dell’acqua refrigerante in estate in centrale termica;
8) Monitorare costantemente le temperature dei locali ad uso sanitario, per evitare discomfort e regolare di conseguenza la produzione delle centrali termiche e frigorifere, facendo attenzione a consumi non necessari nelle stagioni intermedie;
9) Eseguire una manutenzione regolare pulendo o cambiando i filtri degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento frequentemente;
10) Promuovere il coinvolgimento diretto dei dipendenti nell’attuare comportamenti responsabili (spegnere le apparecchiature al termine dell’utilizzo, attivare funzioni di risparmio energetico in fase di standby, regolare la temperatura degli impianti di riscaldamento, etc.).

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