Emergenza, centrali 118 sempre connesse e soccorso via droni

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Si chiama ‘Golden hour’ ed è l’ora cruciale per l’intervento di soccorso in caso di traumi ed emergenze sanitarie. Proprio per assicurare soccorsi sempre più precoci e mirati, il sistema dell’emergenza italiano non può più fare a meno degli ultimi ritrovati tecnologici, dalla telemedicina ai droni. Ne ha parlato a Sabaudia, in occasione della XIX edizione del Congresso nazionale della Società Italiana Sistema 118, il presidente Mario Balzanelli, appena rieletto alla guida della Sis 118 per il prossimo biennio.

“Tre i punti essenziali per i prossimi 2 anni: sistema, assistenza, innovazione”. Quanto all’ultimo punto, occorre utilizzare “la più evoluta e affidabile tecnologia nelle dinamiche operative tempo dipendenti del Sistema 118: le Centrali operative del 118 devono essere connesse con tutti gli scenari critici, con i mezzi di soccorso e con gli equipaggi, e devono poter assicurare in tempo reale percorsi clinici – diagnostici – terapeutici di telemedicina, teleassistenza, telediagnosi e telemonitoraggio”.

Il prossimo biennio sarà dedicato alla prima fase del progetto di sperimentazione in tema di cardioprotezione aerea e di supporto aereo alla rianimazione avanzata del paziente critico, denominato seuam (Sanitary Urban Air Mobility), che prevede l’invio di droni iperveloci da parte delle Centrali operative 118, teleguidati da remoto da operatori specializzati, sugli scenari ad elevata criticità clinica (arresto cardiaco, shock emorragico, intossicazioni acuti, eventi non convenzionali, ricerca del paziente in ambienti ostili).

Droni in grado di portare, a seconda delle necessità cliniche e terapeutiche, defibrillatori automatici, emoderivati (sangue / plasma), farmaci, antidoti, attrezzature ma anche organi da trapiantare e campioni biologici. Nella prima metà di maggio, ha annunciato Balzanelli, è in arrivo Apteron, il drone salva-vita di Sis 118 “costruito, su nostre concezioni e indicazioni, dall’industria aerospaziale Caltec, partner tecnico di Seuam”.

Balzanelli ha anche ricordato l’urgenza di varare “la riforma legislativa del Sistema di emergenza territoriale nazionale, che valorizzi tutte le figure professionali che operano nel 118. Gli operatori del Sistema 118 nazionale meritano di essere riconosciuti e tutelati ai diversi livelli identitario, di ruolo specifico e di impianto contrattuale per la valenza determinante che, nella logica di Sistema, ciascuno svolge: medici, infermieri, autisti-soccorritori. Di pari importanza è la definizione del modello organizzativo del Sistema 118, cui va riconosciuta la dignità di macrostruttura dipartimentale autonoma del territorio, declinata ai duplici livelli di carattere provinciale e regionale”.

Quanto all’assistenza, è “indispensabile continuare ad assicurare che chi richieda il soccorso venga messo immediatamente nelle condizioni di parlare con la Centrale Operativa del 118, senza alcuna assurda artificiosa perdita di tempo e quindi, perdita di chance di sopravvivenza nei casi critici. Urge, di conseguenza, varare anche la riforma del 112, ossia del modello applicativo nazionale del numero unico per le emergenze, che l’Unione Europea sancisce debba essere essere introdotto parallelamente agli altri numeri di emergenza nazionali e non in sostituzione degli stessi. Questo significa, a livello legislativo, lasciare in attività il numero 118 o, al massimo, in via comunque subottimale, innovare il modello di funzionamento del 112 mediante l’introduzione del meccanismo di preselezione diretta, ossia facendo accedere con messaggio registrato chi chiami all’opzione 1, emergenza sanitaria, in modo da limitare le perdite di tempo che si documentano con il modello attuale”, ha concluso Balzanelli.

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