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Vaccino Hipra per la quarta dose, cos’è e come funziona

vaccino Hipra
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Il nome Hipra per ora dice poco ai più. Ma potrebbe diventare molto familiare nelle prossime settimane.  Si tratta dell’azienda spagnola che ha messo a punto un candidato vaccino anti-Covid (siamo alla fase III di sviluppo clinico) su cui l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha iniziato la rolling review.

La nuova molecola potrebbe essere utilizzata come secondo booster (quarta dose) per chi ha ricevuto nelle prime somministrazioni uno dei vaccini già approvati (AstraZeneca, Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson, Novavax).

Se venisse approvato per l’uso, il nuovo vaccino potrebbe fare la differenza nella lotta alla diffusione di Sars-Cov-2, soprattutto per contrastare la diffusione delle varianti Omicron. Ma perche? Lo spiega a Fortune Italia Massimo Ciccozzi, responsabile Unità di ricerca in Statistica medica ed Epidemiologia molecolare Università Campus Bio-Medico di Roma. “I vaccini anti-Covid finora autorizzati, sia quelli a mRna che quelli adenovirali o proteici, sono stati messi a punto sulla proteina Spike del ceppo virale di Whuan. Un ceppo che non esiste più, perché in questi due anni il virus è mutato e sono comparse le numerose varianti che abbiamo imparato a conoscere. Il vaccino in studio presso Hipra invece è sviluppato coniugando una porzione di proteina Spike della variante Alfa e una porzione di quella della variante Beta. Due varianti più evolute rispetto a quella di Wuhan. Quindi è ragionevole pensare che la nuova molecola sarà più efficace nel proteggere dall’infezione da parte della variante Omicron, oggi responsabile della recrudescenza dei contagi a cui stiamo assistendo”.

Il vaccino che Ema ha iniziato a valutare è di tipo proteico, come quello di Novavax. È costituito da porzioni di proteine virali in grado di essere riconosciute dal nostro sistema immunitario come estranee al momento della vaccinazione. Il che, in caso di contatto con il virus, permette all’organismo umano di sviluppare anticorpi e cellule T capaci di riconoscere le medesime proteine possedute dalle varianti. Proteggendo quindi dall’infezione.

Come riporta la comunicazione di Ema, che ha iniziato a valutare i risultati preliminari degli studi di laboratorio e quelli delle fasi cliniche sull’uomo, è stimabile che “la risposta immunitaria con il vaccino Covd-19 Hipra possa essere efficace contro Sars-CoV-2, comprese le varianti di preoccupazione come Omicron”.

Per capire quale potrebbe essere la portata di questa nuova potenziale arma contro Covid-19 “bisogna riflettere sul perché oggi i contagi stanno risalendo”, dice Ciccozzi. “A tre mesi circa dalla somministrazione, la dose booster tende a perdere efficacia quanto a protezione dal contagio – ricordiamo invece che mantiene alta la protezione in relazione a complicanze, ospedalizzazione e morte – perché cala la quantità di anticorpi circolanti. La difesa che l’organismo mantiene è sostanzialmente quella conferita dalle cellule T del sistema immunitario”.

“Poter somministrare un nuovo booster sarebbe la soluzione per riprendere il controllo. A patto che il vaccino di questa quarta dose sia quanto più possibile progettato contro la variante Omicron. E quello di Hipra potrebbe rappresentare un ‘ponte’ in attesa che le varie Moderna e Pfizer arrivino a ottenere un vaccino ad hoc contro Omicron – la cui proteina Spike ha ben 52 mutazioni rispetto a quella del virus originario – attualmente in fase clinica e che potrebbe essere approvato in autunno”.

Nel frattempo potrebbe rendersi disponibile il booster di Hipra, che essendo un vaccino proteico – ritenuto dagli indecisi più sicuro rispetto a quelli a mRna – “potrebbe essere molto utile per convincere i circa sette milioni di italiani che ancora mancano all’appello”, aggiunge l’epidemiologo.

Dal canto suo Hipra rende noto che la produzione del vaccino è già iniziata nell’ottobre 2021. Un po’ come accadde ad esempio per Pfizer e Moderna che, sicure della bontà del loro vaccino, cominciarono a produrre molti mesi prima di ricevere l’ok delle autorità regolatorie.
Se tutto andrà bene l’azienda di Girona sarà in grado di offrire fino a 600 milioni di dosi nell’arco del 2022, puntando al raddoppio nel 2023.

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