Latte artificiale tra business e salute

latte artificiale
Aboca banner articolo

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia il suo anatema contro le attività di marketing poco trasparenti volte a promuovere l’allattamento dei bambini con latte artificiale. Un prodotto che produce nel mondo un giro d’affari di 52 miliardi di dollari.

Il report pubblicato pochi giorni fa mette sotto la lente di ingrandimento tutte quelle forme di digital marketing e social marketing che sfruttano i nuovi canali digitali per veicolare messaggi promozionali che, per come sono confezionati, tendono ad aggirare quanto previsto dal “Codice internazionale per il marketing dei sostituti del latte materno”. Un codice adottato a livello internazionale nel 1981 alla luce della consapevolezza che la promozione inappropriata di questi prodotti influisce negativamente sull’allattamento al seno, riconosciuto come fondamentale per il benessere del bambino e della mamma da pediatri e medici di tutto il mondo.

Secondo le analisi di Oms, veicolo di informazioni errate o quantomeno subliminali sono email, post, babyclub e social media che i produttori di latte artificiale utilizzerebbero per indurre mamme e persone vicine alla famiglia a privilegiare questo tipo di alimento rispetto al latte materno. Un vero e proprio bombardamento di messaggi a cui le donne sarebbero sottoposte da una a sette volte alla settimana.

Secondo le rilevazioni di Oms, nei primi sei mesi del 2021 complessivamente nel mondo i 264 brand di latte artificiale monitorati hanno pubblicato fino a 90 post al giorno raggiungendo 229 milioni di utenti. Con un livello di engagement, tra like condivisioni e commenti, fino a 10 volte maggiore di quello che contraddistingue una campagna marketing efficace. Il tutto anche grazie alla partecipazione di influencer debitamente retribuiti. E con l’utilizzo di tecniche che permettono l’identificazione del target mirato – donne incinte e mamme che navigano online – a cui inviare questi messaggi.

Insomma, dice l’Oms, un nuovo sistema di promozione che presenta nuove sfide per la regolamentazione della promozione di sostituti del latte materno. Giacché, riporta sempre Oms, meno di un Paese su cinque vieta esplicitamente la promozione di questi prodotti via Internet, social media o altre piattaforme digitali che permettono agli inserzionisti di eluderei il controllo delle forze dell’ordine.

“In merito a questo report, vorrei segnalare alcuni aspetti fondamentali ben recepiti dalla comunità scientifica internazionale e anche dalla collettività”, commenta a Fortune Italia il vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip) Giuseppe Banderali.

“L’allattamento al seno è a tutti i livelli considerato non solo un alimento, ma un sistema biologico in grado di nutrire il neonato e il lattante e capace di dare input funzionali e di prevenzione per bambini e mamme, riconosciuti in migliaia di pubblicazioni scientifiche. L’allattamento al seno, molto diminuito nel mondo negli anni ’60 e ’70 a seguito dell’avvento dei latti artificiali, a partire dalla fine degli anni ’80 si è ripreso molto. Arrivando in Italia a percentuali prossime al 90% e oltre in alcune regioni nei primi sei mesi di vita del bambino. Ciò grazie a campagne di comunicazione e iniziative promosse ad esempio da Oms e Unicef. Risultati che si sono avuti anche grazie a processi culturali importanti nella classe pediatrica e nelle altre figure che ruotano intorno a mamma e bambino”.

Infatti è assai comune negli ospedali la promozione dell’importanza dell’allattamento al seno diretta a tutti gli operatori sanitari. “Nell’Ospedale San Paolo dove lavoro, teniamo corsi due volta all’anno per tutto il personale di aggiornamento su questo argomento. Anche per ricordare che esiste una legge che in ospedale vieta di fare pubblicità al latte artificiale o di dare campioni di latte al momento delle dimissioni dopo la nascita. Si tratta di strategie che vanno continuate perché l’esperienza dimostra che il risultato a lungo termine si ottiene con rinforzi culturali duraturi nel tempo”.

Quanto al report di Oms, “si tratta della denuncia di procedure che vanno al di fuori del normale marketing delle aziende produttrici di latte artificiale. Che, si intenda, è un prodotto valido e utile se usato quando l’allattamento materno non è possibile o comunque sempre su indicazione del pediatra”, afferma Banderali. Che concorda con gli input di Oms relativi alla necessità di trovare altre forme di regolamentazione che siano al passo con queste nuove forme di promozione commerciale.

E tiene a ricordare gli innumerevoli benefici dell’allattamento al seno: “Fa bene sia al bambino che alla mamma. Interviene positivamente non soltanto sulla fisicità e sull’organicità, ma anche sull’aspetto psicologico della relazione, sull’autoregolazione e la prevenzione di un’alimentazione ossessiva. Per non parlare degli effetti positivi sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, del diabete, dell’ipertensione, dell’obesità, dei tumori. Faccio spesso un esempio per far capire l’importanza dell’allattamento al seno: quanto il fumo di sigaretta fa sempre male, tanto il latte materno fa sempre bene”.

Quanto alle fake news che vengono ventilate sul web circa infelici conseguenze per la mamma conseguenti l’allattamento al seno, il pediatra ricorda: “Il seno è una ghiandola con una funzione precisa: allattare la prole. Se non lo usiamo può andare verso una negatività funzionale. I tumori alla mammella sono più frequenti nelle mamme che non allattano se esse sono predisposte geneticamente a questo tipo di tumore. Viceversa, se si allatta questa predisposizione viene quasi annullata. Basterebbe questo dato per capire quanto allattare al seno sia benefico anche per la mamma”.

Ricapitolando, allattare al seno non può fare male. Anzi fa proprio bene sia al bimbo che alla mamma. In caso di dubbi, Banderale invita tutti coloro che hanno a che fare con neonati e lattanti a essere molto critici quando ricevono o visualizzano informazioni relative all’allattamento con latte artificiale e a cercare conferme su canali istituzionali. “Qui in Italia è possibile fare riferimento al sito della Società italiana di pediatria (www.sip.it) e a quello della Società italiana di neonatologia (www.sin-neonatologia.it)”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.