Caos pronto soccorso, le proposte di medici e aziende

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Servono interventi urgenti e straordinari per colmare le carenze nei pronto soccorso italiani, evidenziate dal ‘caso Cardarelli’. A chiederli è il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, che torna a intervenire sulla questione messa in luce dal ‘caso Cardarelli’. 

Anelli in un video diffuso sui social esprime “piena solidarietà ai colleghi del Cardarelli e ai medici italiani che operano nel settore dell’emergenza-urgenza e che, da tempo, vivono con profondo disagio l’esercizio della professione per la gravissima carenza di personale e per i carichi di lavoro insostenibili cui sono sottoposti”.

Remunerazioni più alte per chi lavora nei pronto soccorso e possibilità per le aziende ospedaliere di reclutare nelle aree di emergenza-urgenza anche medici non specialisti sono invece le due proposte della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere per cercare di uscire, nell’immediato, dalla criticità determinata dalla carenza di specialisti impegnati nei pronto soccorso.

Dopo l’emergenza pandemia non è più possibile rinviare, sostengono medici e aziende sanitarie. “Da tempo abbiamo lanciato l’allarme su questi temi”, ribadisce Anelli che ricorda come, proprio per dar voce a questo disagio sempre più generalizzato – e diffuso trasversalmente tra le diverse componenti della professione – la Fnomceo abbia, insieme ai Sindacati medici, organizzato il 21 aprile scorso la ‘Conferenza nazionale sulla questione medica’.

“Ora i nodi vengono al pettine – commenta Anelli, a telecamera spenta – Tutte le carenze, il disagio da noi denunciati vengono fuori in maniera eclatante. È il momento di investire sul personale, non solo sulle strutture come prevede il Pnrr. Diamo atto al ministro Speranza di aver speso il suo impegno per un aumento delle borse, che darà, tra tre anni, i suoi effetti. Occorrono ora interventi urgenti e straordinari non solo per colmare qui e ora le carenze, ma per rilanciare il ruolo e l’identità del medico, ridefinire il perimetro delle competenze professionali, implementare l’efficacia dei rapporti con le comunità sociali”.

C’è poi il problema dei bandi che vanno deserti. “Sempre più concorsi banditi dalle aziende sanitarie e ospedaliere non riescono ad essere attrattivi e vanno deserti, come è successo per il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, e sempre più professionisti lasciano il pubblico per lavorare nel privato – dichiara Giovanni Migliore, presidente della Fiaso – Di fronte a questa situazione di emergenza occorre una legislazione di emergenza, sul modello di quella che ci ha permesso di superare la pandemia, che consenta di assumere nei pronto soccorso sia gli specialisti di altre discipline sia i laureati in Medicina e Chirurgia e abilitati alla professione medica pur se privi di specializzazione”.

“A causa dell’imbuto formativo ci sono tantissimi giovani, che sono stati impiegati efficacemente durante il periodo dell’emergenza Covid, che non sono riusciti ad accedere alla specializzazione e che possono, tuttavia, essere di grande aiuto al sistema sanitario. Come aziende, inoltre, abbiamo bisogno di strumenti flessibili per il reclutamento del personale”.

Dal ministero della Salute è arrivato uno stanziamento straordinario da 90 milioni di euro destinato all’indennità accessoria di chi lavora nei pronto soccorso.

“Le risorse aggiuntive stanziate dal ministero per l’indennità accessoria di chi è in prima linea rappresentano un giusto riconoscimento dell’impegno svolto in corsia e un segnale importante ma non ancora sufficiente per fermare l’emorragia di professionisti. Occorre incrementare ulteriormente l’importo del trattamento accessorio in busta paga per gli operatori sanitari di area critica: si tratterebbe di un incentivo economico per rendere più attrattivo il lavoro nei pronto soccorso e in particolare in quelli situati in aree marginali o periferiche. In poche parole, bisogna pagare di più tutti i professionisti che operano nei pronto soccorso”, conclude il presidente di Fiaso.

 

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