Gli sforzi della medicina per realizzare ‘pezzi di ricambio’ del corpo umano incassano un altro risultato. In questi anni diversi gruppi hanno esplorato l’impiego di macchinari per la stampa in 3D di organi e tessuti. ‘Campioni’ speciali da impiegare nella ricerca di nuovi farmaci e cosmetici, ma anche per accelerare i test di nuove sostanze. O, ancora, per ottenere parti di ossa da utilizzare per sostituire quelle danneggiate.
Ebbene, dalla ricerca italiana arriva una nuova stampante speciale, che replica in 3D i tessuti umani compatibili, grazie alla stampa su liquido cellulare. Si chiama Electrospider ed è, in effetti, una biostampante sviluppata da una startup, Bio3DPrinting, nata dalla collaborazione tra SolidWorld Group, gruppo di aziende che sviluppano tecnologie 3D e la Facoltà di Ingegneria Biomedicale dell’Università di Pisa.
Electrospider può riprodurre in un’unica soluzione di stampa strutture articolate, con combinazioni cellulari eterogeee sia per densità, che per dimensione, assicurano gli ideatori. Si tratta di un macchinario sofisticato, presentato nelle scorse settimane a Bologna e già richiesto da alcune strutture sanitarie. Ma quanto costa la nuova stampante in 3D? “Il prezzo non è stato ancora definito con precisione”, dicono a Fortune Italia, ma si parla di una cifra non inferiore ai 280mila euro.
“In un futuro non troppo lontano nel quale la ricerca sarà davvero personalizzata, la biofabbricazione con stampa in 3D rappresenta un game-changer nella sperimentazione nei settori farmacologico e cosmetico – ha commentato Roberto Rizzo, fondatore e presidente di SolidWorld Group, che nel 2021 ha registrato ricavi per circa 55 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto all’anno precedente – E’ sufficiente un frammento di tessuto per valutare effetti, rischi, qualità e altri parametri di un medicinale o di un prodotto”.
“Poter contare su un centro di eccellenza come l’Università di Pisa per sperimentare soluzioni innovative e tecnologie finora inedite – ha detto Rizzo – è per noi una grande soddisfazione. Una ulteriore testimonianza della nostra capacità nel cogliere con tempestività le evoluzioni del mercato e dei bisogni di persone ed imprese, che possiamo soddisfare con la nostra tecnologia”.
Gli obiettivi del progetto sono ambizioni. “Nel lungo periodo, oltre a voler individuare soluzioni efficaci nel campo della medicina personalizzata, con Electrospider ambiamo a risolvere tutte le problematiche legate alla limitata disponibilità di organi per trapianti, con l’obiettivo di stampare in 3D organi su misura per ogni paziente, perfettamente funzionanti e coerenti con l’architettura tissutale del soggetto” ha precisato Giovanni Vozzi, ordinario di Bioingegneria dell’Università di Pisa, Centro di ricerca di eccellenza Biofabrication Lab.
Forte della competenza nel campo della bioingegneria dell’Università di Pisa e dell’esperienza di SolidWorld anche in ambito biomedicale, la nuova società punta dunque a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel panorama della medicina rigenerativa. Un settore che, secondo le stime, rappresenta un mercato globale di circa 13 miliardi di dollari (Regenerative Medicine Market, 2019), in rapida evoluzione.
La stampante Electrospider è parte di un progetto pilota che durerà per tutto il 2022.
Obiettivo, individuare soluzioni farmacologiche su misura, testate su cellule vive del paziente e senza ricorrere a test invasivi, in tempi rapidissimi. Un processo che punta modificare anche l’organizzazione e il disegno delle sperimentazioni, anche alla luce della nuova direttiva europea che introduce dei limiti alla sperimentazione animale.
La bio-stampante in 3D con cellule umane si propone dunque come una soluzione agile e hi-tech rivolta a case farmaceutiche e cosmetiche, ospedali, cliniche e laboratori, centri di ricerca e università. Un approccio made in Italy che potrebbe rivoluzionare il settore.
