Un trasmettitore satellitare per salvare le tartarughe marine/VIDEO

tartarughe marine
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Tecnologia alleata della natura, proprio là dove la vita è nata. E non è un caso che si chiami proprio Life la prima tartaruga marina dotata di trasmettitore satellitare, rilasciata al largo di Manfredonia all’interno di un progetto per garantire il recupero di questi meravigliosi rettili.

La tartaruga marina Life/Foto Legambiente

Ogni anno quasi 40 mila tartarughe marine vengono pescate accidentalmente. Si stima che siano almeno 10 mila quelle che non ce la fanno. Si è inoltre visto che oltre il 50% degli esemplari ricoverati presso i centri di recupero, aveva ingerito rifiuti plastici di ogni tipo: dai frammenti di bottiglie ai sacchetti di plastica che spesso e volentieri vengono scambiati per meduse di cui le tartarughe sono ghiotte.

La liberazione di Life è stata il cuore dell’inaugurazione del nuovo centro per il recupero delle tartarughe marine di Legambiente a Manfredonia. Più grande e confortevole, moderno e tecnologicamente avanzato, il nuovo “ospedale” per la cura di questi splendidi animali diverrà anche polo didattico per le scuole, la comunità locale e i turisti con tante iniziative per scoprire il mondo delle tartarughe marine e più in generale l’ambiente e gli ecosistemi marini.

Life, una femmina adulta catturata accidentalmente nei giorni scorsi da una rete a strascico oltre 3 miglia a largo di Ippocampo (Manfredonia), presentava qualche problema di immersione risolto poi con facilità. E’ stata la prima tartaruga a “nuotare” nelle nuove vasche del Centro e, pur riprendendo il mare, non verrà ‘abbandonata’: grazie alla collaborazione del Dipartimento di biologia dell’Università di Pisa, il trasmettitore satellitare di cui è stata dotata permetterà a Legambiente di seguire in tempo reale i suoi spostamenti, aiutandoli a raccogliere dati sulle aree frequentate e sulle abitudini di questi straordinari animali marini.

Il nuovo centro di recupero delle tartarughe marine

“La liberazione di Life ha per noi un duplice significato – ha dichiarato Stefano Di Marco, coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente e Responsabile della Campagna Tartalove – perché il Centro di Manfredonia è nato nel 2006 proprio grazie ad un progetto Life, lo storico Life Tartanet, ed è stato successivamente potenziato grazie al ‘Tartalife’ altro progetto europeo di grande successo. Inoltre, visto che quest’anno si celebra il trentennale di questo importante programma europeo, abbiamo deciso di chiamare la nostra tartaruga Life, proprio per testimoniare l’importanza di questo programma che negli anni, grazie al finanziamento di numerosi progetti, ha permesso di migliorare lo stato di conservazione della tartaruga marina Caretta caretta nel Mediterraneo, anche se molto resta da fare per quanto riguarda la protezione dei siti di nidificazione che a causa dei cambiamenti climatici stanno sensibilmente aumentando lungo le nostre coste”.

“Questo nuovo presidio – ha aggiunto il responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente Antonio Nicoletti – è la prima parte del progetto Casa del Mare ideato in collaborazione con il Centro Velico del Gargano ed i pescatori locali, che ci permetterà di essere ancora più efficaci nella tutela delle tartarughe marine e della biodiversità. Negli ultimi 10 anni, grazie soprattutto all’impegno degli operatori del Centro, seppur se con mezzi e strumenti limitati, siamo riusciti a curare e rimettere in libertà oltre 1.600 tartarughe giunte grazie alla collaborazione della marineria locale. Adesso saremo in grado di ospitare più esemplari contemporaneamente e di coinvolgere meglio le persone che vorranno partecipare al nostro obiettivo, dalle scuole ai pescatori, dagli operatori turistici ai bagnanti. E tutto ciò si tradurrà in un ulteriore beneficio per la natura e la biodiversità”.

Nel Centro di Manfredonia le tartarughe vengono ricoverate e curate, ma l’impegno degli operatori e dei volontari che operano nel centro è ben più vasto. Oltre che nel recupero e nelle cura degli esemplari feriti, il Centro è infatti impegnato insieme ai pescatori professionisti della marineria di Manfredonia (numerosi e preziosi) nella sperimentazione di sistemi per la riduzione delle catture e nel monitoraggio dei nidi: qui si organizzano le squadre dei Tartawatchers, i volontari che monitorano le coste per tutto il periodo estivo, per individuare e proteggere eventuali nidi di tartaruga Caretta caretta che poi vengono messi in sicurezza per proteggerli da incursioni di animali selvatici oppure dai danneggiamenti involontari di bagnanti, turisti e addetti ai lavori impegnati nella pulizia delle spiagge.

Per questo l’impegno dei volontari comprende anche sensibilizzazione e informazione di bagnanti e gestori balneari. Anche quest’anno Legambiente ha attivato il servizio Sos Tartarughe, un numero unico per raccogliere le segnalazioni di tracce o di piccoli di tartaruga sui litorali italiani. Un invito a cittadini, turisti e bagnanti a mobilitarsi in modo semplice, inviando un messaggio WhatsApp o un SMS al 349 2100989.

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