Covid, resta l’isolamento dei positivi

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Dopo tanto parlare e una serie di annunci roboanti nel mese di luglio, anche da parte di esponenti di primo piano dell’esecutivo, tutto resta così come è. Le norme sull’isolamento dei positivi a Covid-19 in Italia non si cambiano.

L’improvviso silenzio sul tema aveva già lasciato presagire qualcosa, ma gelare le attese in questa direzione è stato il ministro della Salute Roberto Speranza, che dal Meeting di Rimini ha  assicurato: “Nessun cambiamento delle norme su isolamento in vista delle elezioni. È un fatto di precauzione che, se una persona è positiva” a Covid, “non vada in giro“.

La richiesta di una revisione, anche alla luce dell’impatto dell’ultima ondata di Omicron sulle strutture sanitarie, era stata portata avanti da più parti per evitare il rischio di ricadute sui servizi: l’obbligo di isolamento prolungato, con la possibilità di fare un tampone dopo almeno 7 giorni dalla scoperta della positività, potrebbe impattare pesantemente sui lavoratori e sull’economia in caso di nuova ondata, era il ragionamento.

Ma se all’inizio dell’estate c’era ancora la speranza di un allentamento della pandemia, l’ondata Covid estiva ha mostrato chiaramente che il virus Sars-Cov-2 è ben lungi dall’essere scomparso: l’ultimo bollettino di domenica 21 agosto segnala 19.470 nuovi contagi da Covid e 63 morti.

Vero è che la variante Omicron 5, ormai dominante in Italia, ha incontrato una popolazione ampiamente vaccinata (e guarita), e che l’impatto sulle strutture sanitarie non è stato importante. Ma resta il fatto che i positivi – ampiamente sottostimati – si sono susseguiti a un ritmo di diverse decine di migliaia di casi al giorno anche in agosto. Così si è deciso di non cambiare le carte in tavola, anche in vista del rientro a scuola e in ufficio e della possibile (per alcuni certa) nuova ondata autunnale.

Una prudenza eccessiva o ragionevole? “Siamo ancora in una fase di elevata circolazione del virus – commenta a Fortune Italia Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi – Pianifichiamo la cosa per il prossimo futuro”.

Prima o poi, infatti, occorrerà imboccare il cammino della normalizzazione. Con tutti i rischi che questo comporta, considerati i numeri elevati dei decessi registrati anche nel corso di quest’ultima ondata. Intanto le mascherine sono sempre più una rarità: in aereo si viaggia ormai da tempo a volto scoperto e nei negozi a indossarle è quasi solo il personale.

A scommettere già sulla normalizzazione sembra essere il ministero dell’Istruzione: tutte le disposizioni emergenziali scadranno, come previsto, il prossimo 31 agosto e non verranno rinnovate. Nella circolare con le nuove regole Covid in vista dell’avvio dell’anno scolastico non si prevede la Dad in caso di positivi in classe, né il distanziamento o le mascherine, e non c’è più alcun obbligo di vaccino per i professori. Insomma, anche i docenti no-vax potranno tornare in classe. Almeno in assenza di un nuovo provvedimento in materia. Mentre tutto è fermo quanto sistemi di ventilazione e ricambio dell’aria. Insomma, il nuovo anno scolastico si aprirà, fra qualche settimana, con non pochi interrogativi.

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