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Trapianto di fegato ‘sul rene’, bambina ucraina salvata a Torino

La partenza della bambina ucraina
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Un’altra storia di eccellenza chirurgica, generosità e buona sanità ci arriva da Torino. Protagonista una bambina ucraina di 11 anni, affetta fin dalla nascita di una rara malformazione. Ma anche i genitori di una ragazzina poco più grande, morta a 16 anni per un trauma cranico. 

Nei giorni scorsi la bambina ucraina, arrivata in Italia grazie a una missione umanitaria, è stata sottoposta a un eccezionale trapianto di fegato durato 12 ore ed eseguito collegando direttamente la vena porta dell’organo epatico donato con la vena renale sinistra presso l’ospedale Molinette della Città della Salute.

La piccola, spiegano dalle Molinette, era già stata trattata con due interventi non risolutivi nel suo Paese di origine. Il primo (una colecisto-duodeno-stomia) era stato effettuato quando era neonata per ristabilire il flusso della bile verso l’intestino. Il secondo (una diversione venosa spleno-renale) era stato eseguito a 6 anni per controllare ripetuti episodi di sanguinamento nel tubo digerente.

La bambina era ormai affetta da cirrosi epatica, complicata da ipertensione portale severa. Nell’ultimo anno era stata più volte ricoverata in Ucraina per infezioni ricorrenti nelle vie biliari, e lo scompenso funzionale epatico era ormai divenuto progressivo. Per sopravvivere aveva bisogno di un trapianto.

Dopo l’inizio della guerra la Regione Piemonte ha partecipato a una missione medico umanitaria legata al meccanismo europeo di protezione civile, inviando a maggio un gruppo di esperti: un medico e un infermiere dell’Emergency Medical Team del dottor Mario Raviolo, un oncologo pediatrico, Sebastian Asaftei, del reparto di Oncoematologia dell’ospedale Infantile Regina Margherita diretto da Franca Fagioli e Roberto Balagna (direttore dell’Anestesia e Rianimazione 2 dell’ospedale Molinette).

Obiettivo, individuare quei pazienti, soprattutto pediatrici, che potessero beneficiare di un trattamento specialistico in Centri medici dell’Unione europea. Una volta confermata la necessità clinica, gli esperti della Regione Piemonte avrebbero poi attivato le procedure amministrative con Bruxelles e i governi interessati e trasferito, attraverso un ponte aereo, i pazienti.

Il caso della bambina, valutato dagli esperti della Regione Piemonte, con la consulenza a distanza di Renato Romagnoli (direttore del Centro Trapianto Fegato dell’ospedale Molinette) e di Pierluigi Calvo (direttore della Gastroenterologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita), è stato preso in carico. La giovanissima paziente è stata portata in Italia con un aereo della Guardia di Finanza, ricoverata in Gastroenterologia al Regina Margherita e inserita in lista d’attesa per trapianto epatico nel giugno scorso.

Dopo un’attesa di 2 mesi, la notizia di un fegato compatibile, grazie al consenso alla donazione degli organi espresso dalla famiglia di una ragazzina di 16 anni, deceduta nell’ospedale di Cesena per trauma cranico. Il fegato della donatrice è stato diviso in due parti secondo la tecnica Split: la più piccola, la sinistra, è stata impiantata in un lattante all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, mentre la destra è stata trasportata a Torino.

Il trapianto dell’emi-fegato ‘Split destro’ è stato eseguito da Romagnoli con la sua èquipe. L’intervento è durato 12 ore: la vena porta della bambina ucraina si era del tutto atrofizzata a causa della malattia epatica e della pregressa derivazione venosa spleno-renale.

Per poter garantire un sufficiente flusso di sangue al nuovo fegato durante il trapianto si è dovuto ricorrere alla tecnica detta di ‘trasposizione reno-portale‘, che prevede un collegamento diretto tra la vena porta dell’organo donato e la vena renale sinistra della ricevente.

Durante l’intervento e nel postoperatorio la bambina è stata assistita dall’équipe di Anestesia e Rianimazione di Roberto Balagna. Secondo i sanitari il complesso intervento è “tecnicamente riuscito”. Oggi, fanno sapere da Torino, la bambina è sveglia, grazie ad una buona ripresa funzionale del fegato trapiantato, e ha già potuto riabbracciare i genitori nella Terapia semintensiva del Centro Trapianto Fegato delle Molinette.

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