Covid, si inverte (di nuovo) la curva in Italia

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Con il ritorno a scuola e i primi bruschi cali della temperatura si inverte ancora una volta in Italia la curva dei contagi da Covid-19: +11,3% in 7 giorni. Un’oscillazione che (per ora) non ha effetti sulle strutture sanitarie: 
continua infatti la discesa di ricoveri ordinari (-9,6%), terapie intensive (-8%). E per fortuna scendono anche i decessi (-12,8%).

La ‘fotografia’ che arriva dal monitoraggio di Fondazione Gimbe questa settimana di passaggio tra estate e autunno ci mostra quello che, con grande probabilità, accadrà nei prossimi mesi: ondulazioni dei contagi, ma anche (si spera) pochi effetti sulle strutture sanitarie.

Il fatto è che il virus circola ancora, la pandemia da Covid-19 non è scomparsa. Se dunque passare più tempo al chiuso favorirà in autunno e inverno la diffusione dei contagi, gli esperti guidati da Nino Cartabellotta non hanno dubbi: la quarta dose è urgente per oltre 14 milioni di persone. 

Nonostante l’autorizzazione del vaccino aggiornato a Omicron ba.1, al di fuori della platea a rischio la quarta dose non è ancora raccomandata dal ministero della Salute. Ma c’è il rischio che la riapertura delle scuole, i primi freddi, e lo stop alle mascherine sui mezzi pubblici possono determinare un aumento dei nuovi casi Covid, “di imprevedibile entità”. Ecco perché Fondazione Gimbe sottolinea l’urgenza, per le categorie a rischio, di fare il secondo booster, in un momento in cui c’è parecchia scelta (ma anche tanta confusione) sui vaccini anti-Covid. 

Ma vediamo i dati, rispetto alla settimana precedente:
Decessi: 334 (-12,8%), di cui 29 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -13 (-8%)
Ricoverati con sintomi: -373 (-9,6%)
Isolamento domiciliare: -39.582 (-8,8%)
Nuovi casi: 120.057 (+11,3%)
Casi attualmente positivi: -39.968 (-8,8%)


“Dopo 4 settimane consecutive di calo si registra un modesto aumento dei nuovi casi -commenta Nino Cartabellotta – che passano da quasi 108 mila a 120 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 17 mila casi al giorno”.  Se in 6 Regioni si registra un calo percentuale dei nuovi casi (dal -1,5% della Sicilia al -13,1% della Calabria), in 15 Regioni incrementi molto eterogenei (dal +0,1% dell’Abruzzo al +58% della Provincia Autonoma di Bolzano.

Aumentano le reinfezioni, un fenomeno in crescita costante nelle ultime settimane. Mentre “sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – continua la discesa nei ricoveri sia in area medica (-9,6%) che in terapia intensiva (-8%)”. In otto settimane i ricoveri sono scesi rispettivamente da 434 a 150 in area critica e da 11.124 a 3.495 in area medica.

Insomma, le strutture sanitarie si stanno svuotando. Al 20 settembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 5,5% in area medica (dal 3,2% della Toscana al 19,4% della Valle D’Aosta) e dell’1,6% in area critica (dallo 0% di Molise e Valle d’Aosta al 4% della Provincia Autonoma di Bolzano). “In lieve diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 14 ingressi/die rispetto ai 16 della settimana precedente”.

Mentre la campagna vaccinale non dà segno di ripresa, la platea di persone candidate a ricevere il secondo richiamo (quarta dose) è di oltre 19,1 milioni di persone: di queste, oltre 14 milioni possono riceverlo subito, quasi 1,9 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e quasi 3,2 milioni l’hanno già ricevuto.

“In un momento di disorientamento generale della popolazione e di sostanziale stallo della campagna vaccinale – commenta Cartabellotta – è utile ribadire tre cose: innanzitutto, al momento non è previsto un ulteriore richiamo per chi ha già fatto la quarta dose; in secondo luogo, i vaccini aggiornati non sono autorizzati per il ciclo primario, che deve essere effettuato esclusivamente con il vaccino originale; infine, per gli over 12 non inclusi nella platea la quarta dose non è raccomandata dal ministero della Salute né le Regioni consentono le prenotazioni”.

Inoltre emergono “segnali di ripresa della circolazione virale da monitorare con attenzione nelle prossime settimane, vista la concomitanza di vari fattori che possono determinare un aumento dei nuovi casi: riapertura delle scuole, maggiore frequentazione dei luoghi chiusi con l’arrivo dei primi freddi, decadenza dell’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici dal 30 settembre. Ecco perché – conclude Cartabellotta – alle porte dell’autunno è fondamentale per le categorie a rischio effettuare al più presto il secondo richiamo“.

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