Covid, con l’autunno sale l’incidenza in Italia

Covid autunno
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Con i primi freddi e il ritorno nelle scuole e in ufficio, torna a salire l’incidenza di Covid-19 in Italia. La prima segnalazione di un’inversione della curva era arrivata dal monitoraggio di Fondazione Gimbe, e la conferma viene ora dai dati principali del monitoraggio della Cabina di Regia.

Non si tratta di una notizia imprevista: come per tutti i virus respiratori, la diffusione è favorita dal fatto di stare più tempo al chiuso, e la ripresa post-ferie senza misure anti-Covid ‘barriera’ negli uffici e nelle scuole prevedibilmente avrebbe causato un aumento. Ma l‘identikit dei pazienti ricoverati negli ospedali sentinella Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) evidenzia come la stragrande maggioranza di quelli con patologia respiratoria-polmonare da Covid, ovvero l’83,5%, siano pazienti che hanno ricevuto l’ultima dose di vaccino da oltre 6 mesi e non si sono sottoposti alla dose booster.

Ma vediamo i numeri diffusi dall’Istituto superiore di sanità: l’incidenza settimanale a livello nazionale sale a 215 casi Covid ogni 100.000 abitanti (16-22 settembre), rispetto ai 186 ogni 100.000 abitanti della settimana precedente.

Nel periodo 31 agosto–13 settembre l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,91 (range 0,85-1,06), stabile rispetto alla settimana precedente quando era a 0,92. Invece l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in leggero aumento (ma sotto la soglia epidemica): Rt=0,87 (0,82-0,91) al 13 settembre contro Rt=0,81 (0,77-0,85) al 06 settembre.

Sul fronte degli ospedali il tasso di occupazione Covid in terapia intensiva è stabile all’1,4% (rilevazione ministero della Salute al 22 settembre ), esattamente lo stesso dato del 15 settembre. Si svuotano ancora le aree mediche: l’occupazione è al 5,3% (22 settembre) contro il 5,7% (15 settembre).

Dal monitoraggio Fiaso emerge un dato interessante, da tenere sotto controllo: rispetto a una settimana fa aumentano infatti (anche se solo leggermente) i ricoveri di bambini con Covid-19,  arrivati in ospedale per curare altre patologie e trovati incidentalmente positivi al virus Sars-Cov-2. “Ma per ora, anche se è presto per dirlo, non si rileva un effetto dovuto alla riapertura delle scuole”, sostengono dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere.

Secondo la rilevazione effettuata il 20 settembre, erano 25 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati nei reparti Covid dei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di Pediatria degli ospedali sentinella presenti nel network Fiaso. Rispetto alla scorsa rilevazione, aumentano di 6 unità, ma l’aumento riguarda interamente i giovanissimi pazienti ‘con’ Covid.

“I numeri attuali dei ricoveri per o con Covid-19 non mostrano un impatto dovuto alla riapertura delle scuole, anche se è decisamente presto per valutarlo. Rimane, infatti, da sorvegliare il leggero aumento dei ricoveri pediatrici con Covid con una discreta presenza di ragazzi in età scolare”, ha precisato il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore.

Infine a livello territoriale due Regioni sono classificate a rischio alto, 11 a rischio moderato e le restanti 8 a rischio basso. Insomma, la situazione appare in evoluzione mentre iniziamo un nuovo autunno in pandemia.

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