Atlas, il robot per aiutare i bimbi con ischemia midollare

Atlas
Aboca banner articolo

Daniele ha cinque anni, gli occhiali tondi con la montatura blu e un superpotere: è il primo bambino a indossare ‘Atlas’, il nuovo robot arrivato in casa San Raffaele per aiutare i pazienti affetti da ischemia midollare perinatale.

Il nome è emblematico: in anatomia l’atlante (C1) è la prima vertebra cervicale della colonna vertebrale. Ma richiama anche l’Atlante (in greco antico: Atlas) mitologico, perché è il supporto della testa, paragonabile a un globo: infatti Atlante, secondo la mitologia greca, era il titano che – non per sua volontà ma per quella di Zeus –  sorreggeva con la sola forza delle braccia (e perciò con uno sforzo enorme e soprattutto disumano) il cielo. E da adesso il cielo Daniele potrà toccarlo e contenerlo tutto.

E potrà farlo senza alcuno sforzo. Potrà giocare, correre e calciare un pallone come i bambini della sua età, grazie a un esoscheletro che consente a chiunque di muoversi liberamente e la cui unicità risiede nella tecnologia elastica che si adatta al corpo di chi lo indossa.

Daniele e Atlas

Otto motori: due sull’anca, uno al ginocchio e uno alla caviglia su ciascuna gamba. Il robot Atlas (per la precisione: Atlas 2030) è stato progettato dall’azienda spagnola Marsi Bionics, esperta in “abilitazione del cammino umano” e fa parte di RoboKId, il progetto di ricerca che ora valuterà la fattibilità, l’intervento e l’impatto di un approccio pronto a rivoluzionare la vita di piccoli pazienti. 

Atlas 2030 ha fatto il suo debutto oggi all’Irccs San Raffaele alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci, accompagnato dal presidente del Comitato tecnico scientifico del San Raffaele Enrico Garaci. Con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.

“La ricerca è indispensabile per una sanità migliore, e gli Irccs sono il luogo dove si può fare ricerca e innovazione ad alto livello”, ha commentato Schillaci, convinto che trovare soluzioni avanzate nell’applicazione di cure ai pazienti più piccoli e fragili debba essere un’area in cui investire e a cui rivolgere maggiore attenzione.

“La neuroriabilitazione” ha spiegato Marco Franceschini, direttore del Laboratorio di Ricerca Clinica in Riabilitazione Neuromotoria dell’Irccs romano, “è lo strumento che permette di riprogrammare le funzioni cerebrali attraverso il meccanismo della plasticità sinaptica. Nei bambini con le patologie neurologiche, molti dei quali non hanno mai avuto la possibilità di camminare, questo meccanismo assume un ruolo ancora più importante: i piccoli, in questo caso, non devono riapprendere ma imparare da zero. Permettere loro di camminare in modo fisiologico con ripetibilità e intensità è un’opportunità terapeutica di fondamentale importanza”.

Atlas 2030 potrà essere utilizzato per la riabilitazione del cammino di bambini di età compresa tra 4 e 10 anni con le seguenti patologie: paralisi cerebrale infantile, mielolesioni (lesioni del midollo spinale fino alla vertebra C4), atrofia muscolare, distrofia muscolare, miopatie e diverse malattie neuromuscolari.

La particolarità è che il sistema ‘overground’ – da intendere come un complesso meccanismo di più motori che permette una più ampia libertà di movimento – consente al tempo stesso al terapista di interagire faccia a faccia invece di supportare il movimento dalle spalle del paziente.

La Regione Lazio, ha rilevato l’assessorato alla Sanità, oggi fa un passo in avanti verso la sanità del futuro, grazie a innovazione e ricerca e al primo esoscheletro ‘overground’ indossabile in età pediatrica.

“Il successo dell’esoscheletro nell’adulto”, ha sottolineato Claudia Condoluci, responsabile dell’Area Pediatrica e delle disabilità dello sviluppo del San Raffaele, “ci ha indotti a valutare la possibilità di un suo utilizzo anche nell’ambito della riabilitazione pediatrica. La maggior parte dei ragazzini che lo stanno già utilizzando presso il nostro reparto non ha mai camminato in autonomia. Con Atlas può farlo e può svolgere anche diverse attività come calciare una palla e disegnare, cose che non avrebbe mai pensato fossero possibili. Pertanto oltre all’apprendimento e all’acquisizione di adeguate strategie di controllo motorio, al mantenimento di un adeguatorange articolare, al controllo della spasticità e della forza, al miglioramento nella stabilità del tronco e della capacità ventilatoria e cardiovascolare, il robot ha un importantissimo impatto sulla sfera cognitiva, emotiva e sociale per il bambino e la famiglia”.

Del resto i sogni – di grandi e piccini – vanno protetti. Ed è lo stesso Daniele a dire che da oggi, insieme ad Iron man, sul podio dei suoi supereroi preferiti c’è anche il robot Atlas. Il potere però è spesso proprio nelle mani (e nelle gambe) di chi ci crede.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.