Health city report: la ricetta per città più attente alla salute

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Politica urbana e salute sono strettamente legate. Lo rivela l’Health city report, una ricerca che affronta il tema dell’urbanizzazione intesa come fenomeno in continua espansione, e strettamente connesso alla salute dei cittadini. Il report è stato realizzato dai ricercatori e dagli esperti dell’Health city institute.

Dal report emerge un dato interessante rispetto alla tendenza irreversibile dell’urbanizzazione del suolo terrestre, occupato per il 5% dalle città, e abitato dalla metà della popolazione mondiale, che vive appunto all’interno di contesti urbani. Il trend prevede che nel 2050 l’86% del territorio delle nazioni sviluppate sarà urbanizzato. La tendenza è in forte crescita, anche storicamente confermata: nel 1960 la popolazione mondiale che abitava nelle città era il 34% e nel 2014 è arrivata al 54%.

Quello dell’urbanizzazione è un fenomeno sociale e politico, che necessita di essere gestito e studiato dai governi perché  indissolubilmente legato alla qualità di vita dei cittadini. Anche la salute pubblica dipende dall’inurbamento ed è connessa, ad esempio, all’aumento della diffusione di  malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità.

Dal punto di vista politico, già dal 2015 le Nazioni Unite hanno dedicato uno degli obiettivi del documento di sviluppo sostenibile: Sustainable development goals (Sdgs11), al tema dell’inclusività urbana, finalizzata anche a rendere le città sicure, sostenibili e capaci di affrontare il cambiamento.

In questo pianeta fatto da città, dove più della metà di delle persone vive in aree metropolitane, “la nostra sopravvivenza dipende dalla pianificazione di ambienti urbani più sani”, spiega Andrea Lenzi, Presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (Cnbbsv) della presidenza del Consiglio dei ministri e presidente dell’Health city institute.

Il luogo in cui si vive è da leggere come fattore predittivo, permette di determinare “se morirai presto o soffrirai di malattie, per questo rendere le città più eque e salutari incide sul benessere psico-fisico di tutti, in tutte le fasce di età”. L’obiettivo deve quindi essere quello di una nuova urbanizzazione consapevole, “che tenga in considerazione l’impatto sociale ed economico dei fattori di rischio che influenzano la salute, l’impatto delle disuguaglianze – continua Lenzi – l’invecchiamento della popolazione, che porta un aumento del carico delle cronicità. È una sfida determinante che inciderà sullo sviluppo e sulla sostenibilità delle nostre città”.

Nelle città si registra anche una sorta di ‘epidemia’ di sovrappeso e obesità, inequivocabilmente associata ad un aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari e, più in generale, di patologie croniche. Gli abitanti risultano più attivi quando i diversi luoghi della città sono percepiti come sicuri, esteticamente gradevoli e dotati di spazi verdi, parchi e ‘situazioni urbane’ capaci di incentivare il movimento. Un filo sottile, ma evidente, lega il crescente numero di persone con diabete alla città, un fenomeno che va fermato.

La politica urbana diventa quindi una forma di medicina preventiva – si collega Enzo Bianco, presidente del Consiglio Nazionale di Anci, Associazione nazionale comuni italiani – e in tutta l’Unione Europea le città stanno approntando piani di investimento per spezzare il circolo vizioso che si crea fra cattive condizioni di salute, povertà socio-economica, basso livello di istruzione ed emarginazione”

Il modello vincente sia quello delle ‘healthy city’, le città concepite per  rispondere alle istanze di salute e benessere espresse dai cittadini. Questo prevede la necessità di aumentare la capacità amministrativa degli Enti ed elaborare soluzioni innovative ed inclusive.

L’urbanizzazione è quindi una delle maggiori sfide di sanità pubblica del nostro secolo. Molti sforzi sono già stati compiuti, ancora molto c’è da fare per assicurare alle città una healthy governance.

La promozione della salute e dei corretti stili di vita dovrebbe rivestire una posizione di centralità negli obiettivi di sindaci e amministrazioni locali, per creare città più sane e sostenibili in grado di contrastare le malattie croniche, e di garantire un equo benessere socio-economico, fisico e mentale che, in sintonia con la natura, il rispetto dell’ambiente e il minor spreco di energia, dia un valore aggiunto alla salute.

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